Kathy Reichs in pillole

Kathy Reichs, vincitrice della sezione internazionale del Premio Piemonte Grinzane Noir 2007, in occasione della premiazione a Orta ha concesso un’intervista a MilanoNera.
« Vivo a Charlotte, nel North Carolina e a Montreal in Canada.
Sono ancora in forza all’Università del North Carolina ma ho preso un periodo sabbatico che dura da circa 9 anni e attualmente non insegno. A Montreal lavoro al laboratoire de Sciences Judiciaires et de Medicine Legale della provincia del Quebec come antropologa forense e collaboro con il team della Royal Canadian Mountain Police nelle varie ricerche tra le quali anche quelle dei bambini scomparsi.
Nel 2001 avevo lavorato a New York all’identificazione delle vittime delle torri gemelle per circa due settimane con il DMORT. Ero arrivata circa due settimane dopo l’attentato. L’11 settembre ha cambiato la mia vita ma non più che alle altre persone. Ha cambiato il modo di viaggiare, di vivere e di dare valore alle cose.
In questi giorni sto finendo di scrivere il mio undicesimo libro, « Diablo bones » ambientato nel mondo del woodoo e dei riti magici »

Il libro (di un altro) che avresti voluto scrivere e il libro (tuo) che NON avresti voluto scrivere
Avrei voluto scrivere The glass castle di Jeannette Walls, un libro ammirevole e molto onesto. Amo tutto quanto ho scritto. Dei miei primi scritti, oggi rileggendoli vorrei cambiare alcuni caratteri e qualche particolare.

Sei uno scrittore di genere o scrittore tout court, perché?
Si, sono di genere. Per me è naturale scrivere cose che riguardano il mio lavoro di antropologa forense. Non mi vedo scrivere di altri argomenti.
Un sempreverde (libro) da tenere sul comodino, una canzone da ascoltare sempre, un film da riguardare.
In questo momento sto leggendo The Secret Life of Houdini: The Making of America’s First Superhero di William Kalush, Larry Sloman, perché il mio team si sta preparando a riesumare la salma di Harry Houdini per vedere se è stato avvelenato o se è morto per cause naturali, di peritonite causata da un pugno nel ventre preso qualche giorno prima della morte.
You’re a big boy now di John Sebastian, è la canzone che avevo scelto per danzare con mio figlio il giorno delle sue nozze.
Il film di Woody Allen, Annie Hall mi piace, mi identifico con lei. Negli anni settanta le assomigliavo molto, conducevo il suo stesso tipo di vita.

Si può vivere di sola scrittura oggi?
Si, lavoro come antropologa forense ma guadagno di più dai miei libri. Potrei viverci, ma preferisco continuare a lavorare per dare più autenticità alle mie storie.

Vi sono scuole di scrittura creativa negli USA? Hai frequentato una scuola di scrittura?
Non ho frequentato una scuola, cerco di scrivere libri che mi piacerebbe leggere. Nelle università americane vi sono corsi di scrittura creativa, molti scrittori esordienti formano gruppi per confrontarsi. Vi sono anche festival letterari dove la gente che vuole essere pubblicata va per farsi aiutare e per migliorare la propria scrittura.

Tu hai visto la trasposizione cinematografica di un tuo libro: che effetto ti ha fatto? E’ vero che nel passaggio fra la carta e la pellicola si perde qualcosa o no?
Dai miei libri è stata tratta la serie televisiva « Bones ». I caratteri sono stati cambiati, la protagonista, Temperance Brennan, nei libri mi assomiglia di più, nella serie TV, per scelta dei produttori, è più giovane. Ho collaborato alla sceneggiatura e ho accettato questo cambiamento che distingue meglio le due cose.

ambretta sampietro

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