Lo dice l’autrice stessa in una nota: Oxford è probabilmente una delle città dove gli scrittori hanno ambientato più omicidi. E nel tentativo di proporre qualcosa di originale, lei cerca di rendere il romanzo il più possibile attuale. La scomparsa di una bambina, con l’indagine che ne deriva, non è di per sé una rarità in letteratura gialla, qui però a fare la differenza è il modo di riportare un’odissea, facendo leva sull’invadenza che hanno i social media. Un passaparola di notizie il più delle volte nemmeno verificate, coi commenti insulsi che ciascuno sente di dover esternare. Si facesse come diceva Socrate: “È vera, questa notizia? L’hai verificata? È una buona cosa, quella che mi stai dicendo? E soprattutto, è utile che io lo sappia?” Eh, uomo saggio, Socrate!
Nella zona oxfordiana di Canal Manor, costeggiata da un canale e che imita il lusso di chi vive sulla sponda opposta, scompare una bambina di otto anni. La piccola Daisy è stata vista per l’ultima volta alla festa in maschera che stavano dando a casa i suoi genitori, con un vestito da fiore addosso. Una margherita, per l’esattezza, per celebrare il suo nome.
Non appena l’ispettore Adam Fawley entra nell’abitazione, si accorge però di alcune stranezze. La madre è troppo ossessionata dalla pulizia, anche in quel frangente. Il padre non guarda mai negli occhi l’interlocutore. Il fratello maggiore di Daisy risulta totalmente apatico.
Cosa sta nascondendo quella famiglia?
La squadra di Fawley si impegnerà al massimo per far luce sul caso. Il tempo è loro nemico, più passano le ore e più si allontana la probabilità di trovare ancora in vita la minore.
Il lettore viene catapultato in questa realtà fatta di orribili segreti, celati dai familiari di Daisy, dove nessuno è in realtà quel che appare. I colpi di scena si susseguono a ritmo serrato, senza dimenticare che l’ispettore stesso è un uomo sofferente, con un grave lutto ancora da elaborare. Un dolore che torna sovente tra le pagine e porta a riflettere sul mondo dell’infanzia, coi problemi grandi e piccoli che i ragazzi si ritrovano e che tendono sempre a ingigantire, talvolta con conseguenze nefaste.
Dopo il grande successo di Dentro il buio (Piemme, 2020), torna la scrittrice inglese Cara Hunter con Mistero a Canal Manor (Piemme, giugno 2023). Una nuova indagine dell’ispettore Fawley, che si presenta come un essere fragile, col quale ci si può identificare. Con lui opera una squadra collaborativa e bene assortita, di cui l’autrice è riuscita a tracciare una incisiva caratterizzazione.
Il lettore assiduo del genere potrebbe anche intuire il finale, però Cara Hunter è bravissima a far ricadere i sospetti sui vari personaggi, perché c’è davvero tanto materiale e varie sarebbero le motivazioni.
I social media giocano un ruolo fondamentale e contribuiscono a dare al testo un senso di naturalezza. “Mettetelo in galera e buttate via la chiave!” è solo l’esempio di un commento da parte di un utente. Chi non ha mai letto simili banalità?
Il romanzo quindi, sebbene tratti temi cruenti e disgrazie raggruppate in modo davvero significativo, risulta piacevole e si legge tutto d’un fiato.
Che fine ha fatto Daisy? Dal primo istante, fino all’ultima parola, sarà ciò che siamo tentati di scoprire. Una buona seconda prova per Cara Hunter e una lettura consigliata a chi ama i misteri, inseriti però in un contesto familiare. È nella calma apparente, dove ci si dovrebbe sentire al sicuro, che quasi sempre si annidano i peggiori proponimenti.