Marcello Fois

Marcello Fois è nato a Nuoro nel 1960 da una famiglia sarda in cui il nonno, macellaio e possidende citava Dante e Verdi.

Vive a Bologna dove si era trasferito per intraprendere gli studi universitari. Conseguita la laurea in italianistica, durante il servizio civile presso l’ARCI di Bologna ha conosciuto una ragazza bolognese che in seguito è diventata sua moglie, e ha deciso di rimanervi.

Ha insegnato italiano e latino al liceo scientifico e è stato assistente universitario fino al 1992. Per alcuni anni ha lavorato per il Ministero dei Beni Culturali occupandosi della catalogazione di opere d’arte contenute in edifici religiosi della zona, fino a dedicarsi esclusivamente alla scrittura.

La pubblicazione del suo primo romanzo è avvenuta in modo un po’ avventuroso. Il manoscritto, infilato dallo stesso Marcello nella buca delle lettere della casa editrice , era fortunosamente finito nelle mani di un famoso editor che casualmente aveva vuotato la cassetta.

Attualmente Marcello Fois scrive narrativa e poesie, scrive per il teatro e sceneggiature di Film (Ilaria Alpi, una storia da dimenticare).

Il libro (di un altro) che avresti voluto scrivere e il libro (tuo) che NON avresti voluto scrivere

Il Giorno della civetta di Leonardo Sciascia perché è una risposta molto anticipata a quello che oggi sembra un dibattito molto interessante (e non lo è) intorno alla letteratura di serie A e serie B. Non c’è nessuno dei miei libri che non avrei voluto scrivere

Sei uno scrittore di genere o scrittore tout court, perché?

Non capisco la differenza, sono uno scrittore, scrivo, spero bene, a prescindere dal genere. Essere di genere o meno non ti difende dallo scrivere male.

Un sempreverde (libro) da tenere sul comodino, una canzone da ascoltare sempre, un film da riguardare…

Un libro che rileggo spesso è Mentre morivo di William Faulkner

Nel mio i-pod (nano, nero con custodia di gomma nera) ho 67 versioni diverse di Ne me quitte pas di Jacques Brel, cantate da interpreti diversi

Viale del tramonto di Billy Wilder

Si può vivere di sola scrittura oggi?

Se lavori molto e differenzi la scrittura, si. Non si può scrivere di sola narrativa, se sei uno che lavora molto ad alta qualità ce la puoi fare, differenziando tra scrittura, cinema, teatro, radio, televisione.

Favorevole o contrario alle scuole di scrittura creativa? Perchè?

Tendenzialmente contrario al principio e persino onomasticamente. Non credo che sia la creatività il problema, il problema è la grammatica. Sono per le scuole di lettura creativa.

Tu hai visto la trasposizione cinematografica di un tuo libro: che effetto ti ha fatto? E’ vero che nel passaggio fra la carta e la pellicola si perde qualcosa o no?

Dipende, a volte si guadagna. Sono due linguaggi molto diversi, autonomi.
Il problema è considerarli un tutt’uno. Se mantiene l’autonomia il film ha possibilità di riuscire.
Per riuscire bene, deve tradire il libro.

ambretta sampietro

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