Il racconto tragico e incalzante del sogno di Michele, Nicola e Andrea, tre ragazzi che vivono “a due passi dal treno”. Un treno che simboleggia la loro voglia di riscatto, di fuga da una vita che non si sono scelti ma che li sta trascinando negli stessi tragici solchi segnati da chi li ha preceduti.
La voglia di vedere esaudito il loro sogno passa attraverso un furto, che avrà conseguenze tragiche e inaspettate.
A parte i tre ragazzi che provano a ribellarsi al loro destino, tutti gli altri protagonisti sembrano essere indissolubilmente legati tra loro da una profonda rassegnazione, da antichi silenzi, fatti di cose non dette per vergogna, pudore e soprattutto per paura. Perché è la paura che serpeggia per le vie di questo paesino che pare dimenticato da tutti. Un posto dove da sempre vige la legge del più forte, che poi spesso è anche il più ricco e dove persino la Legge, quella vera, con la Elle maiuscola , pare troppo spesso inchinarsi e uniformarsi a chi impone la propria con il ricatto e la violenza.
E anche la voglia di ribellione dovrà alla fine abbassare il capo e accettare un destino che pare ineluttabile.
Nessun treno partirà da lì verso un destino migliore: la vita del paese ha vinto un’altra volta.
Un libro tutto sommato breve, ma intenso e duro, dove ogni pagina è un graffio al sogno dei protagonisti. Scritto in modo incisivo, senza concessioni al superfluo, punteggiato qua e là da brevi frasi in dialetto, che meglio di altre rendono l’atmosfera e la tragicità della storia. E una frase finale che da sola riassume il destino di queste terre, e che ne sottolinea la drammaticità.
Non vi resta che scoprirla.
“A due passi dal treno” ha avuto una segnalazione al Premio Calvino 2014 ” Per la corale e drammatica descrizione di un lembo del sud travolto dalla modernità”
A due passi dal treno
Cristina Aicardi