Alla luce del giorno – David Baldacci



David Baldacci
Alla luce del giorno
Time Crime
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Alla luce del giorno  è il terzo di una serie incentrata sul personaggio di Atlee Pine,  un agente dell’FBI con abilità speciali assegnato alle remote terre selvagge del sud-ovest degli Stati Uniti che deve affrontare una nuova minaccia. . . e un vecchio incubo.

Eeny, meeny, miny, moe. 

Una filastrocca impressa nella memoria di Atlee Pine: la rima agghiacciante del rapitore quando ha scelto tra Atlee di sei anni e la  sua sorella gemella e,  per pura casualità,   Mercy è stata presa. Atlee è stata risparmiata sebbene quasi in fin di vita.

La vita di Atlee e della sua famiglia è stata segnata da quella tragedia ed è rovinosamente precipitata in un incubo culminato nell’abbandono inspiegabile  da parte dei genitori.

Ora, proprio mentre Atlee è sotto pressione per porre fine alla sua indagine sulla scomparsa di Mercy, finalmente ottiene la svolta più promettente: l’identità del rapitore di sua sorella, Ito Vincenzo.

La ricerca di  Mercy da parte dell’agente dell’FBI Atlee Pine si scontra con il caso ad alto rischio dell’investigatore militare John Puller, portando entrambi nelle spire di una cospirazione globale, dalla quale nessuno dei due uscirà illeso.

Un bel colpo di scena questo incontro, un vero e proprio cross over, considerando che John Puller è il protagonista di un’altra serie altrettanto adrenalinica.  Veterano di guerra pluridecorato, l’agente speciale John Puller è uno degli uomini migliori a disposizione dell’esercito statunitense per risolvere i casi più complessi e scomodi.

John Puller è un uomo solitario che agisce seguendo la strada della giustizia e dell’onore. Figlio di un rinomato ufficiale dell’aeronautica, ha un gran fiuto per le cospirazioni.

Fin qui le premesse con un accenno alla trama.

Quello che va sottolineato è il carattere tipicamente statunitense dei romanzi sia nelle ambientazioni sia nelle caratteristiche dei personaggi.

Siamo  lontani dall’eleganza formale degli scrittori giapponesi, dalla creatività, mascherata da una certa indolenza, degli autori iberici,  dalla complessità psicologica degli scandinavi, dall’allegria ironica e molto italiana dei nostri autori e sto facendo torto a tutti gli altri scrittori che non ho menzionato.

Il fatto è che la letteratura noir nel tempo ha espresso più di altre la cultura e le caratteristiche di un paese proprio perché considerata popolare ed alla portata di tutti e, come tale, doveva raccontare le peculiarità della gente cui era rivolta favorendone l’immedesimazione.

Qui non c’è possibilità di intrecci, il male sta da una parte ed il bene dall’altra.

Ovviamente c’è un solo nemico che viene impersonato da chi per desiderio di potere e per desiderio di denaro, e molto, è disposto a scendere ad ogni compromesso pur di soddisfare i suoi bassi istinti.

E questo nemico si cela spesso tra coloro che dovrebbero essere i migliori, l’elite che ha ricevuto dal popolo l’onore e l’onere di governare con giustizia e incorrutibilità.

Queste le tematiche ricorrenti nelle opere di Baldacci  che peraltro già dal suo esordio con “Il potere assoluto” aveva fatto capire il fil rouge dei suoi lavori.

Certo non mancano gli stereotipi, i mafiosi sono tutti e sicuramente italiani o oriundi, il potere oscuro si nasconde nelle stanze del potere di Capitol Hill, gli eroi in genere sono solitari e dotati di capacità sovrumane e così via.

Fatte queste considerazioni si può dare il via ad una lettura piacevole, ricca di colpi di scena ed abbastanza intrigante.

A conclusione “God bless America”.

David Baldacci (Richmond 1960) ha lavorato dieci anni come avvocato in un grande studio legale di Washington prima di dedicarsi alla scrittura. Con Il potere assoluto (1996), da cui è stato tratto il film diretto e interpretato da Clint Eastwood, ha raggiunto la fama internazionale. 

Roberta Gatto

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