Gli uomini preferiscono il diavolo



howard marks
Gli uomini preferiscono il diavolo
giano
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Incredibile la carriera dall’altra parte della barricata di Howard Marks, laureato in fisica, diventato uno dei più grandi trafficanti di droga nel mondo e che a un certo punto ha deciso di dedicarsi anche alla scrittura. Dopo il celebre e autobiografico Mr. Nice ecco Gli uomini preferiscono il diavolo ambientato nel Galles…

Con un incipit da manuale e decisamente coinvolgente, Marks ci introduce in una romanzo serrato, con un’ossessiva musicalità a fare da cornice.

Dopo 12 anni di lontananza, un ritorno all’ovile quello di Catrin Price, eccellente detective antidroga, trasferita da Londra alla Divisione investigativa di Cardiff che la costringe a confrontarsi con il passato, permeato da una difficile storia d’amore con un agente della narcotici Rhys Williams che le aveva salvato la vita. Ma la morte per annegamento di Williams, trovato nelle acque della baia, dopo aver assalito e derubato una donna e colpito brutalmente da un uomo con una bottiglia rotta viene liquidata dalla polizia, come dovuta a un overdose di un eroinomane all’ultimo stadio.

Catrin non ci crede e crede invece che la sua morte celi un mistero. Presta ascolto a una donna, un tempo sua rivale in amore e a uno strano regista che le offrono prove a suffragio della sua convinzione. Le sue indagini la porteranno ad alzare il coperchio di una vicenda che delinea i contorni di esperimenti paranormali degli anni 70 , quando gli allucinogeni, la stregoneria e il fascino del demonio spingevano a sprofondare in nuove dimensioni dell’esistenza. Un mondo che vegeta ancora nella speranza di rivedere in carne e ossa una celebre rock star, Owen Face, che ben 12 anni prima ha dato pubblicamente addio alla vita annunciando il suo suicidio.

Ma Face è morto davvero? Tutto il thriller gira intorno a questa domanda.

Catrin e il suo paladino forzato, l’incredulo detective Thomas, dovranno svelare i segreti infernali di un incubo, che copre troppe morti inesplicabili, e fermare la mente malata che l’ha concepito.

patrizia debicke

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