Ultima, bellissima prova letteraria di Maria Silvia Avanzato, Anemone al buio è un noir appassionante da leggere ma difficile da recensire.
Difficile perché ogni singolo brano, ogni parola, direi, sono talmente concatenati che, a parlarne troppo, si rischia di svelare una trama complessa e misteriosa, che avvince il lettore sin dalle prime righe, e, a “tralasciare”, si corre invece il pericolo di non far comprendere appieno il fascino di queste pagine.
Comunque: Gloria è reduce da un incidente d’auto che l’ha lasciata piena di ferite e cicatrici, praticamente cieca e senza più la memoria.
A sentire i medici, dovrebbe gradatamente ritornare la bellissima e piena di vita ragazza di un tempo, speaker di una radio privata, ma nel frattempo dovrà rassegnarsi a una vita nell’oscurità, assistita da psicologi, neurologi e medici oculisti.
A prendersi cura di lei c’è Licia, l’amica di sempre, che si trasferisce praticamente a casa di Gloria per starle vicina.
Ben presto, Gloria ricomincerà a intravedere qualcosa nella nebbia densa e lattiginosa che la circonda; ma, soprattutto, inizieranno a tornarle alla mente scorci di vita passata, che le faranno sorgere dubbi e nascere paure per accadimenti e traumi mai rimossi.
Gloria ha avuto veramente, nella sua vita di prima, la sorella maggiore, l’Anemone del titolo, che ora confusamente ricorda? E dov’è, ora, Anemone? E Nicola, il suo amore di un tempo, è davvero tornato a trovarla dopo l’incidente oppure si è trasferito lontano, come le dice Licia? E che futuro potrà avere la sua nascente storia con Alessio, un dolce ragazzo che insiste a prendersi cura di Gloria, nonostante le iniziali ritrosie di lei? Quando è successo l’incidente terribile in cui ha rischiato la vita, era davvero da sola?
Anche in questo libro, come si capirà prestissimo, quasi nulla è come appare, molti protagonisti, compresa Gloria, celano segreti oscuri e vissuti tragici, e anche il finale è doloroso e molto, molto inquietante.
Quello che ancora una volta sorprende è la capacità dell’autrice di padroneggiare il tutto, tirando con logica consequenzialità le fila delle varie vicende, tutte ovviamente legate fra loro a filo doppio, facendo quasi sempre parlare in prima persona la protagonista, di cui, attraverso un abile processo di immedesimazione ed empatizzazione, conosciamo nel profondo ogni sensazione, ogni pensiero, ogni fitta di dolore, ogni barlume di speranza e ogni cocente delusione.
Un bellissimo (per il lettore) incubo di quasi trecento pagine, dal quale Gloria, forse, non uscirà mai, neppure alla fine del libro.
Molto ben concepito e altrettanto ben scritto.
Blogtour: Anemone al buio. La recensione
Gian Luca A. Lamborizio