Il borghese Pellegrino – Marco Malvaldi



Marco Malvaldi
Il borghese Pellegrino
Sellerio
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Torna Pellegrino Artusi, l’amato protagonista di Odore di chiuso, e l’azione si colloca cinque anni dopo quell’episodio. Lo ritroviamo ospite di un castello nella campagna toscana insieme ad altri personaggi di spicco. Con lui l’amico Paolo Mantegazza, medico, professore nonché membro del Senato, un banchiere di Viterbo, un assicuratore con la figlia, un funzionario turco e il delegato del Consiglio di Amministrazione del Debito pubblico della Turchia. A loro va ovviamente aggiunto il padrone di casa con la sua servitù.
Cosa accomuna tutte queste persone? Beh, presto detto: siamo nel 1900 e l’Italia in campo economico sta crescendo molto, potremmo tranquillamente dire che sta facendo “cose turche”. Sì, perché accaparrarsi una quota di affari con l’impero ottomano, in disarmo ma sempre impero, è una cosa che fa gola a molti. Sicuramente la fa al padrone di casa con la sua carne in scatola destinata all’esercito, al buon Pellegrino, che scopriamo essere anche commerciante di stoffe, e all’assicuratore che, tra una polizza e l’altra, cerca  di rifilare alla figlia un matrimonio di molta convenienza con l’anziano e obeso banchiere ebreo di Viterbo.
Ovviamente qualcosa di imprevisto succede e l’Artusi si ritroverà ancora una volta ad aiutare ufficiale superiore Saverio Mario Artistico, anche lui già presente in Odore di chiuso, a sbrogliare la matassa.
Una girandola di personaggi e avvenimenti per una fresca e godibilissima commedia con delitto della camera chiusa  nella quale ancora una volta Malvaldi fa sfoggio di penna arguta e sagace, alternando divertenti battute a interessanti informazioni sulla realtà del momento storico in cui la vicenda è ambientata. E poi lui è anche uomo di scienze e, quindi, un paio di curiose e interessanti informazioni  ce le dà anche in quel campo.
Attraverso i dialoghi e la caratterizzazione dei personaggi riesce a rendere viva e dinamica la situazione sociale e intellettuale del tempo: la borghesia illuminista sta crescendo, il commercio, l’industria e la finanza stanno prendendo piede, le donne, almeno quelle del libro, cominciano ad alzare un pochino la testa. Paradossalmente, il più reazionario, colui che rimpiange la nobiltà che aveva servito in passato e guarda con occhio critico i nuovi e più liberali metodi dei padroni, è il maggiordomo.
Nel libro sono presenti pagine scritte come fossero tratte dal diario dell’Artusi e qui Malvaldi ha mirabilmente giocato con la lingua scritta del tempo che a volte contrastava con la qualità del contenuto espresso. Gioco che fa spesso anche nelle altre parti del libro, alternando momenti più aulici e letterari a modernissimi paragoni calcistici.
Il borghese Pellegrino è un gioco di bravura, una boccata d’aria fresca, forse proprio il libro che ci voleva dopo il brutto  periodo che abbiamo passato: divertente, arguto, interessante e soprattutto ambientato un secolo abbondante prima del Covid!

Cristina Aicardi

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