Cerco personaggi autentici. Intervista a Charlotte Link – Senza colpa.

Charlotte Link, la regina del giallo tedesco, è da pochissimo giorni in libreria con Senza colpa, Corbaccio, una nuova entusiasmante storia che parla di colpe e segreti con protagonisti Kate Linville e Caleb Hale. In occasione dell’uscita del romanzo Charlotte ha gentilmente risposto a qualche nostra domanda.

Senza colpa, come molti dei suoi precedenti libri è ambientato in Inghilterra. Da dove nasce il suo amore per quel paese? C’è lì qualcosa di speciale che non riesce a trovare altrove?
È difficile per me spiegare il mio amore per l’Inghilterra – perché l’amore stesso è difficile da spiegare. Mi piacciono la lingua, il paesaggio, le persone. Tutte queste cose mi ispirano e l’ispirazione è alla base del mio lavoro.

Visita sempre i luoghi che descrive nei suoi libri?
Sì, sempre. Senza colpa è ambientato a Scarborough, nell’Inghilterra nordorientale e io nel frattempo ci sono stata spesso.

Che cosa la interessa di più quando scrive? I personaggi, la storia o l’ambientazione?
Sono molto interessata ai personaggi che, alla fine, sono quelli che determinano la storia. Anche le località sono importanti anche perché anche loro svolgono un ruolo dato che sono dove i personaggi vivono. Lo Yorkshire, per esempio, può essere molto desolante e ci sono quartieri molto squallidi perché la disoccupazione è elevata. Naturalmente questo ambiente modella anche le persone.

Quale è stata l’idea alla base di “Senza colpa”
L’idea centrale del libro era l’infanticidio. Volevo ritrarre una donna che non ha istinto criminale, in cui non c’è nulla di malvagio o di crudele Una donna che nella sua vita si premura di non sentirsi colpevole nei confronti di niente e di nessuno, ma che a un certo punto a causa delle sue eccessive pretese, della depressione e del burnout commette un atto terribile. Sono interessata a come le persone possano diventare criminali, anche se nulla lasciava supporre che fossero inclini a questo tipo di comportamento.

In questo libro ti concentri anche sulla sensazione che tutti i personaggi hanno di essere delle vittime. Nessuno accetta l’idea di essere colpevole. È più facile incolpare gli altri che assumersi le proprie responsabilità. Pensi che sia solo un problema del nostro tempo?
Penso che la gente sia sempre stata incline a dare la colpa agli altri piuttosto che a se stessi. È molto più comodo e conveniente. Inoltre, viviamo in un’epoca in cui già ai bambini viene insegnato che devono assumersi poche responsabilità. ad esempio a scuola. Quando qualcosa va male o non funziona, si incolpano gli insegnanti, il sistema etc. Una volta era diverso.

Le donne che descrivi nel libro soffrono tutte di solitudine o sono prigioniere di relazioni che non vogliono più. Secondo te, perché le donne hanno ancora paura? Si tratta di un problema culturale o sociale?
Ho l’impressione che molte donne attribuiscano ancora grandissima importanza all’essere in un rapporto di coppia – che sia con un partner o con il marito, mettendo così molte cose in secondo piano, a volte proprio la libertà. Forse l’errore sta nel confondere ed equiparare libertà e solitudine, come fanno gli uomini, ma loro hanno priorità diverse. Poiché la maggior parte delle donne oggi non si occupa più solo della famiglia, potrebbe anche essere una questione di mentalità.

Pensi che ci siano ancora troppi pregiudizi sul ruolo delle donne?
I pregiudizi sono probabilmente ancora radicati nella mente di molti uomini e in parte anche in quella delle donne. I pregiudizi sono raramente espressi ad alta voce, ma penso che esistano ancora.

La solitudine è solo negativa?
No. A volte si cerca la solitudine, a volte ne hai persino bisogno. Ma se sei involontariamente solo, ecco questa può essere la sensazione più dolorosa di sempre.

La famiglia, che dovrebbe significare sicurezza e amore, diventa spesso il luogo dei “cattivi” È una su cui rifletti spesso nei tuoi libri, vero?
Sì, perché si tratta di un argomento interessante. Le famiglie dovrebbero fornire sicurezza e conforto , ma alla fine una famiglia è composta da molte persone diverse che non devono necessariamente armonizzarsi bene a lungo termine. Ci possono essere dinamiche inquietanti, come ovunque, ma dalla famiglia è difficile fuggire. Ne farai sempre parte, il che è diverso dalle altre relazioni che uno intesse nella vita.

Un uomo può lasciare la famiglia e i bambini senza troppi problemi, ma una donna, una madre che fa la stessa cosa diventa un mostro. Cosa ne pensi?
Lo trovo estremamente ingiusto. Ma purtroppo l’immagine della madre è saldamente ancorata nella mente della maggior parte delle persone: una madre non se ne va mai, non lascia mai i suoi figli! Le donne che lo fanno commettono una rottura nel tabù. Non posso accettare questa perfidia!

La struttura di Senza colpa mi sembra particolare: mentre la polizia non ha ancora indizi, il lettore è qualche passo avanti per capire la storia. È come se avessimo sempre un pezzo in più del puzzle. È vero?
Sì. Non lo avevo pianificato, ma si è sviluppato in questo modo durante la scrittura. È una forma che a volte si trova nei romanzi polizieschi e che mi piace molto. Incoraggia la cooperazione dei lettori nell’investigazione.

Nel libro parla molto anche del ruolo dei media nelle indagini. Cosa ne pensa? Aiuto o intralcio della giustizia?
Naturalmente, i media possono essere utili perché tramite loro puoi diffondere informazioni , ma esercitano anche molte pressioni. Il lavoro della polizia e della magistratura viene costantemente commentato e criticato, spesso senza alcuna reale conoscenza di base o dato concreto. Sotto la pressione dell’aspettativa dei media, possono quindi verificarsi atti impulsivi o frenetici e questo non va bene per la qualità dell’indagine.

Ci sono anche in Germania come qui in Italia i programmi televisivi che si occupano di cronaca e che diventano processi mediatici?
No. Almeno non ne ho ancora sentito parlare. Mi sorprende che questo sia permesso in Italia.

L’amore non si può spiegare, ma quali sono i suoi confini?
Dovrebbero essere là dove i sacrifici che l’amore richiede diventano troppo grandi.

Si ricorda della prima volta che si è trovata davanti a un foglio bianco da riempire, pronta per la prima storia? Cosa direbbe oggi alla Charlotte di allora?
Non farlo!Perché poi lo farai per il resto della tua vita!

Che cosa legge? Quali sono i suoi autori preferiti? Conosce qualche italiano?
Leggo volentieri crime, specialmente autori inglesi e scandinavi ( Mo Hayder, Simon Beckett, Henning Mankell, Camilla Grebe , solo per citarne alcuni) e ci sono tre autori italiani che amo
Primo Levi – Se questo è un uomo
Marcello Fois
e ho amato tanto tanto la serie di gialli di Andrea Camilleri.

Quali sono gli ingredienti per un buon giallo?
Ovviamente hai bisogno di una trama eccitante. Le cose dovrebbero essere un po’ diverse da quelle che sembrano. Ma la cosa più importante sono personaggi interessanti e autentici, nella narrativa criminale come in qualsiasi altra forma di letteratura.

Che cosa la annoia?
Quando leggo, i libri con personaggi piatti, finti, con cui non riesco a empatizzare. Per il resto, le persone superficiali che parlano per frasi fatte.

Kate e Caleb torneranno?
Sì, ho appena iniziato un nuovo libro con Kate e Caleb,

MilanoNera ringrazia Charlotte Link e Corbaccio per la disponibilità
La foto di Charlotte Link è di @Julia Baier

Cristina Aicardi

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