Susan Reyland, editor londinese del famoso autore di gialli Alan Conway, si trova alle prese con l’ultimo libro della serie che ha come protagonista il detective Atticus Pünd e che ha dato soldi, successo e celebrità al suo autore. Nella quiete della sua stanza, dunque, Susan comincia a leggere l’ultima fatica letteraria di Conway, ambientata nell’ameno paesaggio rurale britannico, a noi ben noto grazie ai telefilm dell’ispettore Barnaby. Il lettore viene così catapultato nella più tipica campagna inglese, la cui pace agreste è scossa da ben due morti: il decesso di Mary Blakiston, domestica del signorotto del paese, sir Magnus Pye, forse un omicidio, e la fine violenta dello stesso sir Magnus, certo un omicidio.
Atticus Pünd, ineffabile e ingegnoso detective (che inevitabilmente ci riconduce al mitico Hercule Poirot , con cui condivide la condizione di straniero, in questo caso di nazionalità tedesca), indaga, accompagnato dal fedele segretario James Fraser. Ma sul più bello della vicenda, un inaspettato e ingegnoso colpo di scena trasporta l’editor Susan, e insieme a lei il lettore, in un mondo molto meno letterario ma non meno fitto di intrighi ed enigmi.
Qui occorre fermarsi, perché questo godibilissimo romanzo di Horowitz va gustato pagina per pagina senza prematuri svelamenti. L’autore, assai famoso in Gran Bretagna, ha scritto per la televisione molti episodi dell’Ispettore Barnaby e della serie di Poirot : questo libro è un raffinatissimo omaggio alla lady del mistero, la grande Agatha Christie.
Un giallo meta- letterario e denso di isotopie, a scatole cinesi, in cui l’editor del libro entra nella vicenda narrata dal libro stesso; un romanzo in cui l’immaginario scrittore di gialli Alan Conway viene intervistato dal vero autore di gialli Horovitz; un’opera in cui si raggiungono vette di ingegno letterario, nell’analogia tra Conway e il suo detective libresco Pünd e nella parallela analogia tra Horowitz e Conway, che vivono lo stesso rapporto di amore-odio che caratterizzò il legame tra Agatha Christie e Poirot. Sono innumerevoli (e molto divertenti) i riferimenti e le citazioni dei romanzi di Conan Doyle, oltre che di quelli della Christie: l’autore gioca in ogni pagina con il lettore, ad esempio con l’allusivo personaggio del segretario di Pünd, James Fraser, che ha preso il cognome da Hugh Fraser, l’attore che recita il ruolo del capitano Hastings nella serie televisiva di Poirot. Cinema, letteratura, televisione sono coinvolti nel vorticoso divertissement di Horowitz; basti pensare al titolo: la gazza ladra non ricorda all’incallito lettore di gialli la filastrocca di un famoso romanzo con miss Marple?
Horowitz, al pari di Umberto Eco, ha bisogno di un autentico conoscitore di gialli, un esperto, per potersi divertire con lui in questo originalissimo puzzle che è I delitti della gazza ladra. Ma il romanzo è talmente accattivante e incalzante che piacerà senza dubbio a qualunque lettore desideri trascorrere un po’ di ore in una lettura intelligente e raffinata.
I delitti della gazza ladra – Anthony Horowitz
Donatella Brusati