Venezia vestita a festa, per l’inaugurazione del 75° Festival del Cinema fa da cornice a Chiedi alla notte, il più recente romanzo di Antonella Boralevi. Attori, attrici, registri, produttori, giornalisti, ma anche camerieri e fattorini girano per le calle e i canali di Venezia per rendere unica, speciale e dorata la prima serata di presentazione dei film in concorso. La serata va come previsto dagli organizzatori, i film vengono presentati, proiettati, gli attori si inchinano agli applausi del pubblico. La cena è perfetta, nel grande gazebo sulla spiaggia. Proprio in quella serata viene consacrata la nuova stella del cinema Vivi Wilson, bella e leggiadra come una fata. Verrà ritrovata cadavere, il giorno dopo, sulla spiaggia degli Alberoni.
Emma Thorpe si ritrova a Venezia, come avvocato al seguito dell’entourage artistico proprio di Vivi Wilson e rivede Alfio Mancuso, l’uomo che l’anno precedente l’aveva prima illusa e poi delusa. Antonella Boralevi riprende i due protagonisti del precedente romanzo e li fa scontrare letteralmente nella hall dell’Hotel Excelsior. E ancora una volta saranno loro, tra incomprensioni e riavvicinamenti, a indagare sulla morte della ragazza, e su una tragedia che affiora dal passato, il dolore di una madre che ha perso la figlia e la rabbia adolescenziale di una ragazzina, alimentata dall’invidia che prova verso chi è più amato di lei. E tra pranzi e proiezioni si snoda la matassa della trama, che Antonella Boralevi tesse, come una tela, ricama lentamente, presentando lo sfavillio dorato delle grandi occasioni e svelando a poco a poco cosa si nasconde dietro il sipario. Come nel precedente romanzo, i punti di vista cambiano in continuazione, il tempo scandito con la precisione di un metronomo, con una scrittura ricercata che nelle descrizioni di Venezia diventa quasi poesia. Antonella ancora una volta ci presenta tante sfaccettature dell’animo umano, alcune rosa ed emozionanti, molte purtroppo nere ed inquietanti, toccando, in un breve passaggio un argomento molto attuale, di cui si è parlato tanto, il “Me Too”: e se venisse usato nel modo sbagliato, per rovinare una persona anziché denunciare un comportamento riprovevole? Il dubbio è legittimo.
La Boralevi fa anche un regolo ai lettori che l’hanno seguita nel ricamo del suo romanzo: la playlist delle canzoni che ascoltava scrivendo il romanzo.
Chiedi alla notte – Antonella Boralevi
Lucia Cristiano