Irresistibile Falcò, il James Bond della Spagna nazionalista.
Ne “L’ultima carta è la Morte” ultimo parto letterario di Arturo Perez – Reverte, edito da Rizzoli, la parte del leone la fa il personaggio del protagonista, Lorenzo Falcò, “37anni, professione: donnaiolo, ex trafficante d’armi ,ora spia franchista”. Così viene descritto nell’incipit del libro, prima di entrare subito nel vivo dell’azione e del racconto.
È lui a narrare in prima persona le sue imprese, catapultando immediatamente il lettore al centro della vicenda, senza lunghe introduzioni di cornice: sta fuggendo da due inseguitori dopo l’incontro a Lisbona con un informatore, subito scoperto ed ucciso, prima ancora dell’inizio della narrazione.
Una spy story meravigliosamente ambientata nel quadro di una Spagna divisa dalla guerra civile combattuta sanguinosamente, sia sul suolo nazionale che nel resto d’Europa e del Nord Africa, tra i comunisti e i nazionalisti di Franco, durante la seconda guerra mondiale.
Il periodo storico è una cornice vivida di cui si respira l’atmosfera, ma senza che l’autore entri in dettaglio nella narrazione storica, con date ed eventi noti, cadendo nel didascalico. Qui il protagonista, la spia Lorenzo Falcò si muove agilmente, tra conoscenze, minacce e sotterfugi, perfettamente delineato dall’autore nel carattere, nell’aspetto da gentiluomo, scendendo persino nei suoi pensieri ed istinti più intimi.
Al confronto i personaggi secondari sbiadiscono, svolgono solo un ruolo di comparse, quasi abbozzati: dai compagni di schieramento, agli informatori, dai nemici dichiarati, fino alle bellissime donne che seducono e sono sedotte a loro volta dalla fascinosa spia, in un mordi e fuggi che segue il ritmo incalzante degli eventi.
Il racconto è ambientato principalmente nel porto neutrale di Tangeri, esotico e al tempo stesso misterioso, in cui si intrecciano le vicende politiche delle diverse potenze in gioco all’epoca: le due fazioni spagnole, i francesi, gli inglesi, i mori arruolati nelle varie unità combattenti, ma anche spie sovietiche, alleate dei “rossi” spagnoli. Gli interessi finanziari della guerra contrapposti ed intrecciati alle ideologie del comunismo radicale ed alla longa manu dei suoi agenti infiltrati in tutta l’area del Mediterraneo.
Falcò si muove con disinvoltura in questo labirinto di trame politiche, spia fascinosa, alle volte riflessivo fino all’estremo, altre volte assolutamente impulsivo. Cinico e disincantato, attratto irresistibilmente dal pericolo e dall’azione, non può che essere il naturale antagonista dell’idealismo fanatico della causa comunista.
L’ultima carta è la morte si legge quasi trattenendo il fiato, denso di emozioni ed incalzato dello scorrere rapido degli eventi: sarebbe un vero peccato anticiparne la trama, invece di tuffarcisi dentro a capofitto, seguendo il sentiero tracciato dall’autore.
L’ultima carta è la morte
Diana Perazzolo