Cinque donne e mezzo
Cinque donne e mezzo è uno dei romanzi più affettati di Francisco Gonzáles Ledesma. Il suo alter ego Méndez, supportato da un paio di personaggi maschili di spalla, lascia spesso campo e azioni a donne che che, soffocando ogni dolore o schifo, si compattano come la creta per creare un unico personaggio femminile che con fosforo e coraggio riesce a far fronte a uomini dal membro sempiternamente bollente. Se non fosse un libro, questo romanzo sarebbe un quadro di Edward Hopper. Con lo stato di vuoto e la malinconia dei celebri dipinti solo più deviati da sentimenti più segnati col fuoco sulla pelle e nel cuore. Gonzáles Ledesma non fa sconti con la sua Barcellona. Né lascia luscio troppo aperto perché nei suoi quartieri entri un po di poesia. Non ora, sembra dire lautore. E non qui. Perché oltre allinvestigazione pura bisogna affrontare a mani nude un abitudine del comportamento che genera mostri. Qualcosa di più pericoloso del semplice sonno della ragione. Méndez è abituato a giocare a carte con i piccoli malfattori locali, e invece di arrestarli li invita a cercarsi un lavoro e smetterla di scassare lanima. Questa volta lispettore giocherà unaltra partita. Quella che esce da codici e pandette. E rispetta solo le regole della strada.
Unico dato non impeccabile: la traduzione. La scelta di riportare in italiano i luoghi della toponomastica del testo (carrer con via, piazza per loriginale catalano o castigliano) ha un che di comico che ricorda i tempi in cui, prima della guerra, si era soliti scrivere Guglielmo Shakespeare o Benny Buonuomo.
Cinque donne e mezzo- francisco gonzles ledesma - giunti
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