Cosa combina commissario Hunkeler?



Hansjörg Schneider
Cosa combina commissario Hunkeler?
Casagrande
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Hansjörg Schneider, svizzero tedesco, nato e cresciuto a Zofingen, cantone di Aarau, si è laureato all’università di Basilea, città dove ha iniziato la sua carriera e dove vive. Si dichiara: giornalista, scrittore e drammaturgo. Con le sue commedie di rottura degli anni 70, che mettevano in piazza le distorsioni e le inquietudini dei suoi connazionali, si è reso noto in patria, ma ha raggiunto larga fama internazionale, soprattutto nei paesi di lingua tedesca, con i suoi polizieschi che vedono come protagonista il commissario Hunkeler, in servizio presso la polizia criminale di Basilea. Cosa combini commissario Hunkeler? è il terzo dei romanzi di Schneider tradotto in italiano. Peter Hunkeler ha diversi tratti autobiografici di Schneider, è nato in Aarau come il suo autore, vive a Basilea nel Ring quartier e frequenta tutti i locali che lui preferisce. Ha lo stesso atteggiamento antinconformista, liberale ed è un attento e accurato osservatore. Con un protagonista agli antipodi dei tanti eroi, mostri o quasi semidei tecnologicizzati che negli ultimi anni affollano gli schermi televisivi e le librerie, Schneider ci regala una storia intelligente che intriga e che… sembra scritta con la stessa macchina da scrivere usata da Simenon per le avventure di Maigret. Ma Peter Hunkeler, ultracinquantenne flemmatico e disincantato è molto diverso dal suo collega francese. Gli piace far tardi sbevazzando nei localacci del quartiere, battuti dalla stessa teppa, in gran parte serbi e albanesi, che presto o tardi dovrà spedire in galera. Sopporta male il confronto giornaliero con la spocchiosa incompetenza di superiori, colleghi e sottoposti, frutto dell’ottusità sociale della maggioranza silenziosa del suo paese, più che della stupidità individuale e vive con un certo disagio il suo dovere, a cavallo tra la voglia di mandare tutto al diavolo e l’impulso incontenibile invece ad andare avanti per scoprire il colpevole, fregandosene di lacci, laccioli e regole. Altrettanto il bravo commissario ha due grandi certezze. La prima è la sua donna: Hedwig, una maestra d’asilo aperta, solare, comprensiva e sempre pronta a ridimensionare tutto con una battuta. La seconda il suo paese, la Svizzera, con le sue abitudini millenarie, la sua posizione geografica (Basilea confina con l’Alsazia, la Francia) i suoi paesaggi, la sua natura spesso incontaminata e la sua cucina tradizionale. Qualche breve cenno sulla trama: novembre, Hedwig è a Parigi in congedo sabbatico e Hunkeler ha un difficile caso per le mani che lo rode: l’uccisione in agosto di Barbara Amsler, una bella prostituta svizzera. All’uscita da una bettola dopo una solitaria serata di bevute, il nostro commissario siede su una panchina accanto a Hardy, un ex camionista compagno di bagordi, e scopre che è stato strangolato. Chi l’ha ucciso gli ha tagliato il lobo dell’orecchio sinistro e ha portato via un diamante… Ma l’assassino non pare un ladro. Infatti il morto ha ancora in tasca il portafogli pieno. L’ipotesi di un regolamento di conti tra turchi e albanesi rischia di portare fuori pista le indagini. Poi, se non bastasse, ricorrono i simboli di falchi, aquile e serpenti e nella zona, poco prima del confine, c’è anche un accampamento di zingari che rischia di far emergere il razzismo sempre latente nella popolazione. Nonostante i consigli del procuratore di prendersi un po’ di riposo, il nostro eroe s’incaponisce, continua a rimestare nel fango. È convinto che ci sia un nesso tra l’uccisione di Hardy e quella di Barbara Amsler. Anche alla ragazza, dopo averla strangolata, avevano tagliato il lobo dell’orecchio ed era scomparsa la perla che portava… Hunkeler rischia la sospensione dal servizio ma teme un serial killer e non molla l’osso anche se, per riuscire a risolvere il caso, sarà costretto a scoperchiare un segreto, un imbarazzante capitolo della recente storia del suo paese.

patrizia debicke

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