Aldo Cazzullo, Fabrizio Roncone – Peccati immortali



Aldo Cazzullo, Fabrizio Roncone
Aldo Cazzullo, Fabrizio Roncone
Mondadori
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Scritto a quattro mani da due importanti firme del Corriere della Sera, Peccati immortali ritrae una Roma derelitta e contemporanea, scenario di una vicenda fantapolitica più vicina alla realtà di quanto non appaia a un’analisi superficiale. Ammantato da un cinismo spietato e a tratti grottesco, il thriller di Cazzullo e Roncone opera alla perfezione come vademecum per chiunque voglia districarsi tra le ombre dei maestosi edifici dove da secoli si determinano le sorti della Città eterna, della Cristianità e della sciagurata nazione che risponde al nome di Italia.
La storia è ambientata in un futuro prossimo in parte superato dalla realtà: invece che dall’eccesso di mojito in un lounge bar affacciato sull’Adriatico, il governo giallo-verde è stato abbattuto dal tragico naufragio di una nave carica di migranti, bloccata in rada fuori da Catania in onore alla politica dei porti chiusi. Il nuovo esecutivo vede alleati il Pd e il Popolo dell’Onestà, con quest’ultimo attraversato da una guerra interna tra due correnti, capeggiate da leader un tempo amici.
La vita dell’Urbe è scossa dall’improvvisa morte in circostanze oscure del cardinale Aldrovandi, porporato vicino al Santo Padre ancorché rappresentante della fazione conservatrice della CEI. La prematura dipartita svela la propensione dell’alto prelato a partecipare, avvolto dall’oscurità della notte romana, a orge animate da stupefacenti e alcool, in compagnia di un uomo di potere marchiato da un riconoscibile serpente tatuato lungo il braccio.
Il fatto è grave, soprattutto perché un cellulare, contenente immagini della serata trasgressiva, finisce in mani sbagliate dopo essere stato sottratto alla custodia di suor Remedios, l’innocente monaca incaricata di servire il defunto cardinale. Si scatena una caccia al tesoro alla quale partecipano faccendieri in odore di mafia, apparati deviati dei servizi segreti, gangster nigeriani, criminali di etnia rom e un antiquario soprannominato Gricia, come la pasta che prepara seguendo un metodo quasi religioso, dotato di conoscenze altolocate e di una certa affinità con la disperata suor Remedios.
Sullo sfondo i machiavellismi, il realismo, il do ut des di quella politica capitolina capace di civilizzare i barbari e di trasformare seducendo e piegando suadentemente la morale altera di coloro che raggiungono l’Urbe da conquistatori solo per divenirne prigionieri. Con un sarcasmo dalla chiarezza tremenda, Cazzullo e Roncone dipingono questa condizione spirituale della romanità, politica e sociologica. La narrazione senza moralismi delle leggi che animano il battere del cuore della nazione italiana e del riflesso degli stessi limiti e pregi dal centro alla periferia dell’impero, rappresenta il valore più grande di Peccati immortali. Un titolo non casuale, appunto, che lascia intravedere all’orizzonte una nuova pagina della storia del Paese, lorda di sangue e scritta dagli architetti di quella catena di episodi funesti che presero il nome di Strategia della tensione.

 

Thomas Melis

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