Nestor Burma e il mostro



Léo Malet
Nestor Burma e il mostro
Fazi
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Il titolo di detective più geniale di Parigi è attaccato a Nestor Burma, e a ragione. Non c’è stato intrigo o criminale che sia riuscito ad ingannarlo. La sua fama lo precede e crea curiosità e anche invidia intorno a lui e al suo lavoro investigativo. Nestor Burma e la sua Agenzia Fiat Lux sono ancora una volta al centro di un caso insolito per le vie di una Parigi ancora in fase di ripulitura, una città con i suoi malavitosi e con i suoi borghesi.
Quando un giovane gangster quindicenne si presenta alla porta dell’agenzia con la notizia della morte sospetta di due suoi sottoposti, Burma non si lascia pregare. Tanto più che in quell’agosto c’è uno zelante giornalista che ha dichiarato guerra a Burma, il detective che “ha messo KO il mistero”. Si tratta di René Galzat, inviato de «Le Crépuscule». In Nestor Burma e il mostro (Fazi editore, pp. 192), il detective non dovrà solo risolvere una serie di morti misteriose, si dovrà anche difendere il suo primato da questo ”Sherlock Holmes della stilografica”. Ci riuscirà?
La scrittura di Léo Malet è come sempre lineare, fa seguire ogni passaggio della trama e conduce il lettore attraverso le macchinazioni che permettono a Burma di disvelare i misteri. Non senza l’aiuto della fedele segretaria, braccio destro, Hélene. Il caso di cui si occuperà in questo romanzo il suo detective è molto più complesso di quanto non appaia, anzi proprio per la sua finta semplicità Burma rischia di prendere una bella cantonata.
Il ritmo è coinvolgente e in pieno stile Malet, classico e allo stesso tempo con delle trovate geniali. Non a caso si tratta di uno dei padri fondatori del noir francese. Non si percepiscono giudizi nei confronti di nessuno dei poveri cristi che il detective incontra nelle sue indagini. C’è per di più una lucida descrizione della Parigi disagiata e più sfortunata che da sola vale il prezzo di copertina.
Di Nestor Burma, che nell’immaginario dei francesi ha il volto di Michel Galabru, colpisce il suo assoluto e unico interesse verso la ricerca della verità. Non è uno di quei detective poliziotti che cerca di fare del bene o con un animo da redentore. Al contrario dichiara apertamente che ci sono alcuni colpevoli che lui preferirebbe non mandare in prigione. Uno di quegli atipici geniali personaggi che solo le penne dei migliori autori sanno regalare. E in questa storia ci regala alcuni dei suoi tratti migliori.

Eleonora Aragona

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