Dolce da morire – Cristina Aicardi, Ferdinando Pastori



Cristina Aicardi Ferdinando Pastori
Dolce da morire
Laurana Editore
Compralo su Compralo su Amazon

Cosa saremmo disposti a fare, pur di salvare le persone che amiamo? Che non è interferire nella loro vita amorosa, quanto piuttosto un senso di protezione che viene spontaneo. Ed è la cosa che deve avere pensato anche Olga Cazzaniga Peroni, bionda tinta, formosa e già da qualche anno “diversamente giovane”, per parlare come lei, quando si è presentata alla porta dell’investigatore privato Franco Reali. La sua amata nipote Olivia, già pasticcera affermata, è fidanzata con Attilio, antiquario molto più maturo. Chi è costui, forse un cacciatore di dote? Urgono indagini più approfondite, altarini che sicuramente non mancano e che l’antiquario nasconde come scheletri nell’armadio. Inizia così una rocambolesca avventura, che va oltre l’indagine stessa, portata avanti da Reali e dai suoi collaboratori sui generis. Perché Olga è come un ciclone, non sta mai zitta. Ti travolge e non ti lascia andare, con quella personalità carismatica che a lungo andare però crea dipendenza. Una rompiballe che mette allegria, che non è poco.

È questo grossomodo il romanzo scritto a quattro mani dalla brianzola Cristina Aicardi, caporedattrice del web magazine MilanoNera, e del piemontese Ferdinando Pastori, milanese d’adozione e scrittore. Dolce da morire è uscito il 3 febbraio 2023 per Laurana, nella collana Calibro 9, con lo strillo di Antonio Manzini in quarta di copertina: “Pastori e Aicardi ci regalano un giallo ironico, divertente e amaro. E se questo è l’inizio, non vedo l’ora che arrivi il seguito. Perché arriva, vero?” Davvero tanta roba, detta da uno che se ne intende.

E poiché il cosy crime (giallo spiritoso) si complica, i due protagonisti non si faranno mancare niente, in una Milano che fa da sfondo, sconfinando in Brianza dove abita Olga, mettendo in scena altre storie ed evoluzioni che sono miserie universalmente condivise. Lo stalking da parte di uomini violenti, la piaga della solitudine, la criminalità organizzata che ruota attorno alla figura di una misteriosa bionda che viene dalla Bielorussia. Il tutto condito dalle continue interferenze nell’indagine di Olga, intervallate a siparietti del suo mondo in famiglia, non ultimo il rapporto esclusivo con la madre, espresso in un continuo punzecchiarsi a vicenda. Quest’ultima, detta Frau, ostinata a voler risolvere cruciverba che invece sottopone alla figlia e che, come Orietta Berti, ha generato una stirpe i cui nomi di battesimo cominciano tutti con la lettera o. 

Il punto di forza della storia è dato sicuramente dai personaggi, tutti quanti emblematici e degni d’interesse, a partire dal Nero, il collaboratore di Reali, che guida un fuoristrada del tutto simile a un carrarmato. Reali stesso è un soggetto che parte in sordina, non con l’irruenza di Olga, ma che poi mostra diversi lati del suo carattere che lo rendono affascinante. Essendo un investigatore privato, e non il canonico ispettore, egli può prendersi più di qualche licenza nel modo di condurre le indagini. Il debole di Olga per i pasticcini, addolcisce il tutto, tanto da far pronunciare a uno dei protagonisti la frase dalla quale si può estrapolare l’idea per il titolo: “Questa torta è insuperabile. Una vera delizia per il palato. Buona… da morire”

Una commedia gialla, che attrae il lettore e lo tiene incollato alle pagine. Perché oltre alla curiosità sull’evoluzione della storia, è piacevole farsi quattro risate con le stramberie di Olga, le sue battute esilaranti, e le tante citazioni interessanti disseminate qua e là. Su Ferdinando Pastori non c’erano dubbi, avendo già io letto qualcosa di suo. La vera rivelazione è stata quindi Cristina Aicardi, alla sua prima prova con un romanzo, perfettamente superata. La cosa sorprendente è come siano riusciti questi due autori ad amalgamare i loro stili e le loro idee, in modo che la storia risulti l’opera di un’unica mente. Tante cose sono state dette, in modo semplice, chiaro ed efficace. Tra le righe, però, si evince che sia Olga che Franco non si siano mai spogliati di quell’armatura che hanno dovuto indossare per difendersi dai dolori della vita. Dai traumi. Per questo attendiamo un nuovo capitolo, affinché essi possano esplicarsi e parlare un poco di sé. Lo so, lo aveva già chiesto Manzini, ma tant’è.

Apprezzato è stato anche quel cameo nascosto tra le righe e rivolto a Radeschi, il personaggio di Paolo Roversi. Inutile dilungarsi o svelare oltre: cercatelo!

Cristina Biolcati

Potrebbero interessarti anche...