Blocco 52 – Una storia scomparsa, una città perduta



Lou Palanca
Blocco 52
Rubbettino
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È strano, ci sono due persone là, vicino alla chiesa della Maddalena, a metà della discesina che mi porta a casa… Incrociamo gli sguardi a non più di un metro di distanza. «Volete qualcosa da me?» gli domando con la voce leggermente impastata. Poi un rumore secco, un rumore secco che si ripete, il dolore alla schiena è terribile… Una lunga scia rossa di passioni e sangue, dalla Calabria fino a Praga. E dal cuore dell’Europa comunista al “blocco 52” del cimitero di Catanzaro, dove si ferma la storia di Luigi Silipo, esponente di spicco del Partito comunista nei primi anni Sessanta, assassinato nel capoluogo calabrese il primo aprile del 1965. Tra vero, verosimile e immaginato, il collettivo Lou Palanca, con il romanzo “Blocco 52” (edito da Rubbettino), tesse la trama di una narrazione avvincente. Vincenzo Dattilo, giovane professore sulle tracce di quell’oscuro delitto, quarant’anni dopo, indaga lungo labili tracce di memoria. Tribunali, archivi, racconti, per scoprire che quella di Silipo è una “storia scomparsa”, sepolta dal tempo, dall’incuria e da colpevoli quanto inspiegabili silenzi. Una storia a tinte fosche, tutta circoscritta agli ultimi mesi di vita del politico calabrese, in un continuo intreccio tra il passato dentro cui si muove Silipo e il presente in cui Dattilo tenta la ricostruzione dei fatti. Mentre una lunga galleria di personaggi dà voce alla vicenda da più punti di vista. C’è Gavino Piras, giovane dirigente comunista, c’è Assunta, prostituta innamorata di Silipo, c’è Nina, compagna di partito, con i suoi dubbi e le sue contraddizioni. E molti altri. Volti e storie da protagonisti, non semplici comprimari, dentro una coinvolgente ricostruzione di contesti sociali e atmosfere anni Sessanta. Le fumose e spesso convulse riunioni di partito, le tensioni ideali, la semplicità popolare, i sapori e i profumi di una città che sembrava destinata a un grande sviluppo. Ma chi ha ucciso Luigi Silipo? E perché? La storia narrata dal team di scrittori calabresi (Fabio Cuzzola, Valerio De Nardo, Nicola Fiorita, Maura Ranieri e Danilo Colabraro) lascia aperte tutte le ipotesi riscontrate nel lavoro di ricerca: omicidio politico o delitto passionale? O, ancora, assassinio di stampo mafioso? Nulla emerse da un processo istruito forse alla bell’e meglio di cui, oggi, non sono rimasti neppure gli incartamenti. Un delitto irrisolto, senza colpevoli e senza movente. E, nel romanzo, su tutto emerge la figura di Silipo, uomo controcorrente, borghese di nascita, animato da grandi passioni, politico di rilievo che, al giro di boa degli anni Sessanta, poco prima di morire, ha imboccato la parabola discendente. È un giallo la sua fine, ma tutto il contesto storico-politico di quegli anni, giusto a ridosso del rivoluzionario ’68, pare annerito dalle ombre scure che si allungheranno con tutta la loro portata drammatica fino ai Settanta. “Blocco 52”, riuscitissima esperienza calabrese di scrittura corale, di recente ha incassato il pubblico elogio del collettivo Wu Ming e di Goffredo Fofi.

Maria Teresa D’Agostino

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