Doppia ombra



Roberta Gallego
Doppia ombra
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Come aveva fatto con “Quota 33”, il suo primo romanzo, anche con “Doppia ombra” la Gallego, pubblico ministero nella vita, ci regala le sua esperienza diretta sul campo e costruisce abilmente uno strano poliziesco, con come protagonista più la scenografia ambientale della Procura della Repubblica di Ardese, piccola e ordinata città lacustre di provincia, che non i principali personaggi della storia gialla noir. Il pur articolato percorso giallo che ci presenta nei panni di “eroi” il sostituto procuratore Alvise Guarnieri e il suo team di investigatori, tirate le somme, si rivela solo un sottile filo conduttore, quasi la “causa incidentale” di un’antologia di esperienze vive e reali, alcune sofferte, altre godibili, altre di ordinaria follia, ma tutte profondamente umane. Questa volta Alvise Guarnieri e i suoi uomini si trovano tra le mani un efferato delitto, l’uccisione di un membro cittadino della locale società bene. La vittima è Fulvio Albastri, facoltoso farmacista di mezzetà, sadicamente assassinato nella sua villa. Alle sue spalle, una famiglia che appare normale, una separazione amichevole, l’unico figlio a studiare in Inghilterra, larghi mezzi a disposizione. A prima vista il crimine, viste le atroci modalità, con il morto torturato e mutilato, le stanze depredate la feroce determinazione, sembra di facile collocazione e tutto farebbe pensare a un caso analogo successo poche settimane prima sull’altra sponda del lago…. E tutto sembra indirizzare le indagini degli inquirenti verso la criminalità organizzata di origine straniera. Ma, ma, invece è solo apparenza. Solo apparenza ingannatrice. L’indagine deve farsi largo tra le ombre e i misteri celati della vita apparentemente normale della vittima, in una gotica ragnatela che celava torbide relazioni e terribili segreti. Un libro ricercato che con linguaggio lieve e raffinato umorismo, che non fa difetto all’autrice anche nelle descrizioni iniziali dello spicinio sul cadavere, riesce a narrarci le difficoltà e i più stupidi quotidiani problemi di uffici, dotati di attrezzature inadeguate con il fax che non funziona mai… Ma davanti al Palazzo di Giustizia c’è il negozio di kebab di Mohammed e il suo fax che non perde un colpo.. Leggiamo una serie di situazioni plausibili, molte surreali e straordinarie chicche su dei problemi di questa epoca, quali l’obiezione di coscienza dei medici, le differenze di credo religioso. Intanto, nell’ambiente naturalmente accidentato della Procura di Ardese, ritroviamo il maresciallo Alfano, valida spalla di Guarnieri, che prova ad accettare la perdita della figlia e a interessarsi di nuovo alla vita, l’ispettore della Squadra mobile Manlio De Oliveira inviato a scoprire i segreti delle atrocità perpetrate in un elegante istituto per anziani, il sostituto procuratore Agostina Arcais, sempre al pezzo, che deve confrontarsi con un delicato caso di obiezione di coscienza, l’eroica involontaria impresa del collega Mascherini che lo costringe a vincere la sua congenita indolenza, la giornata professionale della collega Silvana Grimaldi ai limiti della follia e tante altre che si vorrebbe, ma è davvero impossibile, citarle tutte… Tante esperienze sul campo dirette di Roberta Gallego o indirette narratele dai suoi colleghi. Ma il sottile filo giallo della trama chiede una soluzione. E anche stavolta la saggezza del dottor Speranza, citando la Fata Morgana – il fenomeno di chi dalla costa calabrese per effetto di un miraggio si illude di poter raggiungere a nuoto Messina in due bracciate – spingerà Guarnieri a trascurare l’abbaglio iniziale, adottare una diversa chiave di lettura per il delitto e sbrogliare il caso.

patrizia debicke

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