I delitti di Montmartre



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I delitti di Montmartre
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Con lo pseudonimo di Claude Izner le due sorelle Liliane Korb e Laurence Lefèvre, firmano il terzo romanzo della fortunata serie ambientata a Parigi a fine ottocento e dedicata al libraio detective Victor Legris. Victor, proprietario della libreria “antica e moderna” Elzevir, insieme al suo socio giapponese Kenjii Mori, è un detective dilettante che ha al suo attivo già due casi (“Il mistero di rue Des Saints Pères”; “La donna del Père Lachaise”) risolti battendo sul tempo le forze dell’ordine e il “rigido”ispettore Lecacheur. Stavolta Izner sottopone il suo protagonista ad importanti cambiamenti che riguardano la sfera privata e professionale. Grandi novità stravolgono la tranquilla quotidianità alla libreria di rue Des Saints Pères e l’articolo di cronaca su un nuovo e misterioso caso di omicidio non sfugge alla lettura del giovane commesso Joyo. Al carrefour des ecrasès (incrocio degli schiacciati), famoso per le vittime lasciate in strada dai tanti veicoli che lo attraversano ogni giorno, in una fredda giornata di novembre del 1891, è rinvenuto  il cadavere di una ragazza vestita di rosso e senza scarpe. Una delle scarpette rosse è recapitata alla libreria Elzevir da un pastore, Grègoire Mercier, che la trova in bocca al suo fedele cane Berlaud. Dentro la scarpa c’è, infatti, un biglietto con l’indirizzo della “Elzevir”. Kenji alla vista della scarpa si terrorizza e salta sulla prima carrozza, Victor non resiste alla tentazione di saperne di più e Joyo fa del suo meglio per aiutarlo. Joseph Pignot, detto Joyo, che oltre ad avere velleità letterarie possiede uno spiccato fiuto per i crimini, diventa un valido braccio destro e informatore del libraio-detective. Victor non perde tempo, “rifletterci in modo analitico non sarebbe servito a nulla. Doveva fidarsi del suo intuito” e comincia ad indagare e ricostruire la storia della vittima inserendosi nel mondo delle ballerine e degli artisti e frequentando i locali alla moda tra i quali il famoso”Moulin Rouge”. Il plot investigativo coinvolge anche Kenji e la misteriosa Iris, la giovane donna presso la quale si reca  puntualmente. Victor è “in fibrillazione, non resiste al “richiamo” delle indagini in una sorta di gara col commissario Lecacheur ed ancora una volta gode ”di un certo vantaggio sulla polizia e sulla stampa”. Con la preziosa collaborazione di Joyo,Victor scopre una vecchia truffa compiuta a Lione che ha condotto truffatori e truffati a Parigi dove si compie l’atroce vendetta che prevede altre vittime. Il personaggio di Victor, sempre più coinvolto nella liaison amorosa con la bella e indipendente pittrice Tasa, è più responsabile e assennato rispetto agli esordi e si rivela ben disposto ad accettare le novità e ad accogliere una nuova inquilina nella sua casa sopra la libreria. L’esperienza e la maturità fanno di Victor un detective più completo, prudente e accorto. Lo stesso accade al giovane Joyo che si cimenta nella stesura di un feuilleton da proporre ai quotidiani parigini. I mutamenti nella vita di Victor procedono di pari passo con quella della città di Parigi sempre più aperta alle innovazioni. In questo periodo nasce la specializzazione in neurologia, ci si interessa alle sostanze esplosive con la scoperta dell’ecrasite, cominciano i primi scioperi degli operai mentre nelle frequentatissime sale da ballo imperversa il “Can can” ed il “Chahut”, le cui ballerine vengono ritratte nei celebri manifesti di Toulouse Lautrec. Le strade ed i vicoli parigini con le loro storie, i loro odori, le atmosfere ed i palazzi fastosi o fatiscenti, percorse a piedi o in carrozza dal detective e dal suo aiutante, rappresentano il fulcro del romanzo e saranno proprio alcuni di questi ambienti custodi di vecchi segreti a consentire a Victor di ricostruire la dinamica dei delitti e smascherare il colpevole.  

cristina marra

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