Le inutili precauzioni pubblicato, come il precedente Sentieri invisibili, da Todaro Editore è uscito pochi giorni prima che Giuseppe Battarino venisse trasferito al tribunale di Paola. A furor di donne, lettrici, dell’editrice Veronica Todaro e dell’ editor Tecla Dozio, torna come protagonista Sandro Petrelli, pubblico ministero a Sopravilla, una cittadina di medie dimensioni, ideale connubio tra Monza e Parma ma che potrebbe benissimo essere Como, dove Battarino ha vissuto e insegnato all’Università dell’Insubria o Varese fino a poche settimane fa sua sede di lavoro e fulcro delle sue numerose attività letterarie e artistiche.
Petrelli, single un po’ malinconico perché non ha dimenticato l’affascinante Anna, funzionaria di polizia incontrata in un caso precedente, amante della musica anglosassone del buon vino del Sud (doverosa citazione del Falerno del cui premio letterario omonimo Battarino è stato finalista lo scorso anno), si cimenta con la cucina e ci fornisce il segreto della pasta cacio e pepe con zuppiera rivoltata (niente da invidiare agli “spaghetti fumo negli occhi” specialità dell’avvocato Guido Guerrieri creato da Gianrico Carofiglio, con parecchio in comune con Petrelli). Disponibile con i colleghi, intrattiene amichevoli rapporti con il commissario Diego Morabito e l’ispettrice Roberta De Santis, cosa possibile solo in un piccolo centro delle dimensioni di Sopravilla.
L’assenza dal lavoro di Nadia Fileni, addetta alle pulizie all’Università locale, sembra inizialmente uno dei tanti casi di scomparsa temporanea. Non è così; il suo corpo viene ritrovato in casa tra lenzuola che hanno ospitato insieme a lei almeno altre cinque persone. La porta di casa è chiusa a chiave dall’esterno e Nadia è incinta di tre mesi. Il caso tocca al sostituto procuratore Saverio Lassini che aveva scambiato il turno con Petrelli per questioni galanti e in men che non si dica finisce in galera il colpevole perfetto, il fidanzato di Nadia, con precedenti penali, ma al processo viene assolto anche grazie alla magistrale arringa del suo difensore parte che Battarino ha rivelato essere quella del libro che più lo ha divertito scrivere.
Il caso passa a Petrelli, che con grande meticolosità, non tralasciando nessun indizio, indaga su tutti coloro che sono venuti a contatto con la vittima, compresi gli amici di Facebook . E proprio dal web, scandagliando la vita virtuale di Nadia, arriva un’informazione preziosa per riesaminare il caso sotto una nuova luce, lasciando da parte luoghi comuni e pregiudizi. Di grande impatto è l’incipit, con una lama di coltello affondata nella gola a tranciare la giugulare di chi fino a un secondo prima si era abbandonato con fiducia a un gioco erotico. Un’ uccisione per caso, senza premeditazione, potrebbe trasformarsi nel delitto perfetto. Nell’affresco della tranquilla vita di provincia, dove benessere e noia portano a intraprendere esperienze estreme, vengono ben descritti, con i rapporti personali che li legano, tutti i personaggi che hanno a che fare con la Legge: magistrati, funzionari di polizia e avvocati. Avvincente e scorrevole, si legge tutto d’un fiato.