Ancora un romanzo di Sabine Thiesler, scrittrice tedesca già ben nota in Italia per il suo La carezza dell’uomo nero, e ancora un thriller con la splendida campagna toscana a fare da sfondo.
Avvincente psicodramma, tragedia della gelosia o piuttosto di una disperata follia?
Un trauma infantile, un dramma familiare e il tradimento di un marito adorato portano a una decisione premeditata accuratamente.
Una vacanza estiva, una casa colonica restaurata, La Rocca, un cadavere sepolto nell’orto, sotto un piccolo ulivo, un omicidio che potrebbe e dovrebbe essere perfetto, ma l’imprevisto e la fatalità ci mettono lo zampino e il grufolare di cinghiali in cerca di cibo, scatena una inarrestabile cascata di delitti.
Con ritmo misurato, quasi teatrale, il sereno ambiente rurale non resiste agli avvenimenti che si accavallano irrimediabilmente e si sfalda poco a poco, alimentando l’inquietudine. Una sparizione incomprensibile, la denuncia ai carabinieri, l’allucinante presenza di un figlio amato e perduto, pongono domande che chiedono risposte e il folle tentativo di annullare i ricordi negativi con un’improbabile sostituzione genera molti equivoci. Ogni gesto complica la storia e ogni tentativo fatto per sbrogliarla risulta vano. Troppo tardi! Nulla e nessuno potrà più fermare la spirale di morte. La situazione è sfuggita a ogni controllo per precipitare fino all’ineluttabile conclusione fatale.