Fabio Mundadori conclude l’avventura di #comma21, la collana crime di Damster Edizioni, e affronta nuove sfide professionali
Fabio Mundadori, una vita professionale in crime, in tutte le sfumature del crime: scrittore, docente di scrittura creativa, organizzatore o co-organizzatore di alcune tra le più importanti rassegne italiane di narrativa specializzata, direttore editoriale di una collana settoriale, #comma21 appunto, di Damster Edizioni, che ha chiuso i battenti da pochissimi giorni.
Partiamo proprio da questa notizia, che, lo confesso, mi ha lasciato alquanto sorpresa. Matteo Bortolotti e io l’avevamo presentata in prima nazionale alla Coop Ambasciatori di Bologna, due anni e mezzo fa. Com’era nata quella tua idea di progetto e come l’avevi condivisa con l’editore Massimo Casarini, fondatore di Damster nel 2007?
In quel momento Damster non aveva una collana dedicata ai generi del crime, però aveva una collana “contenitore”, Il diavolo probabilmente, dove confluivano “storie maledette” e quindi anche il crime ma senza renderlo riconoscibile. #comma21 nella mia proposta avrebbe avuto quel compito: diventare per Damster la collana delle storie thriller, noir e giallo, puntando sulla qualità delle storie appunto e degli autori.
Una proposta che fu accettata con entusiasmo da Massimo Casarini.
Oggi Damster, che come casa editrice non esiste più ed è divenuta un marchio di proprietà delle Edizioni del Loggione che non vede più in Massimo Casarini l’unico titolare, pur decidendo per motivi legittimi di chiudere #comma21, ha comunque tra le sue proposte una collana dedicata al giallo e alla cucina e in rampa di lancio una nuova collana specificatamente dedicata al giallo.
Insomma se non altro #comma21 ha portato in eredità alla nuova casa editrice un palinsesto editoriale più organico.
Attorno al principio guida di accogliere opere crime – non importa di quale colore prevalente, se giallo, noir, thriller, oppure horror, purché di contenuto decisamente originale – tu hai raccolto in questi anni firme prestigiose della scena letteraria di settore. Cito, tra gli altri: Andrea Carlo Cappi, uno dei campioni del genere action, ed Enrico Luceri, firma storica de Il Giallo Mondadori. Come sei riuscito ad attrarre autori affermati verso una collana che era allora ai blocchi di partenza e com’è stata la vostra collaborazione in questi anni?
Pensa che tra i nuovi soci c’è chi sostiene che proprio Cappi e Luceri siano troppo poco noti ai lettori e quindi non convenienti da pubblicare.
Chi ha accettato di salire a bordo di #comma21, e quindi anche Enrico Luceri e Andrea Carlo Cappi, lo ha fatto perché credeva nel progetto e perché no, nel suo ideatore.
Quello che posso dire è che in questi tre anni ho avuto il piacere di collaborare con autori professionisti e autori che sono certo professionisti lo diventeranno.
Quali sono stati gli obiettivi di #comma21 e in che modo ti proponevi di marcare la differenza con altre collane specializzate?
L’obiettivo è stato sempre e solo uno: la qualità.Qualità delle storie e del prodotto finale.
Per differenziarci dalle altre collane ho scelto la riconoscibilità immediata dei volumi.
#comma21 chiude dopo aver pubblicato tredici romanzi e sei antologie a firma di autori vari. Con tali opere ritieni di aver raggiunto gli obiettivi di qualità che ti eri proposto all’inizio?
Assolutamente sì, anche se è fisiologico che qualche testo abbia segnato una flessione della qualità media, così come è altrettanto fisiologico che alcuni titoli entrino in una collana per vie che non sono quella della selezione del curatore.
In generale come è stato accolto il progetto #comma21 dal pubblico dei lettori, dai librai e dai critici?
Tutti i riscontri che ho ricevuto sono stati sempre molto positivi: non voglio dire che #comma21 sia stata un successo tout court ma certamente è stata una collana con una fortissima identità al punto da essere in taluni casi scambiata per LA CASA EDITRICE dei romanzi. Pare però che il pubblico delle fiere cui Le edizioni del Loggione partecipa abitualmente non gradisca più di tanto, un pubblico che rappresenta un target nettamente ridimensionato, più nelle corde della nuova proprietà rispetto a quello delle librerie al quale era destinato il progetto #comma21.
Quali sono, a tuo avviso, i motivi che hanno indotto gli editori a concludere il progetto #comma21?
È una risposta difficile da dare, anche perché non esiste una posizione ufficiale de Le edizioni del Loggione. A mio avviso, la nuova proprietà ha ritenuto che #comma21 non fosse nelle proprie corde e in quelle dei lettori ai quali si rivolge e ha deciso di destinare le proprie risorse a progetti che comportano rischi inferiori dal punto di vista imprenditoriale.
In definitiva, se volessi provare a tracciare un bilancio finale dell’intero progetto #comma21, cosa diresti?
Direi che tre anni sono pochi per tracciare il bilancio di qualunque progetto imprenditoriale. Le potenzialità di #comma21 sono sotto gli occhi di tutti ma abbiamo visto solo quelle. D’altra parte il progetto #comma21 era parte di un altro progetto che lo conteneva: quello della casa editrice, proprio per questo imprescindibile e prioritario.
Quasi negli stessi giorni, a gennaio 2019, si è concluso anche il progetto di Sabot/age, la collana di E/O Edizioni nata nel 2011, diretta da Colomba Rossi e curata da Massimo Carlotto, che ha pubblicato una trentina di romanzi. Vedi qualche parallelismo tra le due vicende?
No, la chiusura di Sabot/age è avvenuta “per maturità”: la collana di Massimo e Colomba era un progetto concluso con successo, questo hanno comunicato e questo è parso a tutti.
Conoscendoti da anni, so che non starai fermo. Quali sono i tuoi progetti per il futuro e, se già lo puoi rivelare, hai intenzione di proseguire la tua attività di talent scout e di direttore editoriale?
Talent scout mi sembra un po’ troppo, ma se #comma21 chiude, in primavera la sua anima rinascerà in [ZERO], una collana che curerò per un editore di Imola che ha colto le potenzialità di cui parlavo poco fa, e in questa avventura mi seguiranno molti degli autori che avete già letto in #comma21.
Tra pochissimi giorni ne saprete di più.
Grazie per le tue risposte e la passione che dedichi alla narrativa specializzata, passione che come sai ci accomuna. E in bocca al lupo per le nuove sfide professionali!
FABIO MUNDADORI nasce a Bologna il 16 gennaio 1966, ma vive a Latina, dove si occupa di sistemi e sicurezza informatica. Scrive di giallo, thriller, fantascienza e horror, dando più volte prova di amare la contaminazione tra generi.
Vince nel 2008 il concorso di racconti Giallolatino e nel 2011 il Garfagnana in giallo.
Il suo primo racconto “Eroi” viene premiato nel 2006 a Fondi (Premio letterario Ieri Oggi Domani), nel 2008 ha vinto la seconda edizione del premio “Giallolatino” con Notti di Luna Iena, fa parte del gruppo letterario pontino “I duri della Palude”. Nel 2010 ha pubblicato “Il faro” nell’antologia “Virtù e Peccato” (Arpanet). Ancora nel 2010 pubblica l’antologia personale Io sono Dorian Dum, edita da EGO Edizioni. Nel 2011 vince ‘Garfagnana in giallo’. Nel 2012 appare Occhi Viola, EGOEdizioni, mentre nel 2015Dove scorre il male pubblicato da Damster. Sempre nel 2015 partecipa, come scrittore e coordinatore di progetto, all’antologia di racconti Forza Bologna edita da Damster. Nel 2016 pubblica, sempre per Damster, L’altra metà della notte, che nel 2017 è stato premiato ai Pegasus Awards di Cattolica. Nel 2018, sempre nella collana #comma21 di Damster ha pubblicato Ombre di vetro-Bologna non muore mai. Nel 2017 ha partecipato con suoi racconti alle antologie Notti oscure (La Corte editore) e Le 13 porte (Damster, collana #comma21) di cui è anche curatore.
Dal 2014 è coordinatore della giuria del Premio ‘Garfagnana in giallo’, per la sezione romanzi editi, ebook e premio speciale della giuria, dal 2016 di ‘Civita in giallo’ e ‘LuccaNoir’. Nel 2017 e nel 2018 è stato co-organizzatore della rassegna bolognese ‘Paura sotto la pelle’ , prima e seconda edizione. Nel 2018 è stato organizzatore del NeRoma Festival di Roma. Dal 2016 al 2019 è stato Direttore editoriale della collana noir ‘Comma 21’ per Damster Edizioni.