il bacio di giuda



Sveva Casati Modigliani
il bacio di giuda
Mondadori
Compralo su Compralo su Amazon

Presentazione de “Il bacio di Giuda” di Sveva Casati Modignani

 

Venerdì 12 settembre 2014, alle ore 18.30, Sveva Casati Modignani presenta il suo ultimo romanzo, “Il bacio di Giuda”.

Ė la prima assoluta milanese: allo spazio “eventi” di Mondadori Multicenter Duomo c’è il pubblico delle grandi occasioni. C’è molta gente in piedi, le prime file sono riservate e i sedili verranno tutti occupati quando fanno ingresso l’elegante scrittrice e una presentatrice d’eccezione: Mara Venier. Che si schermisce dicendo “Ė la prima volta che presento un libro”. Poi, in realtà, conduce le danze con l’esperienza nella conduzione che le appartiene, affiancata dall’attore Enzo Decaro (“L’attore che fa la parte del marito della Pivetti in Bentornata prof”, spiega Sveva a beneficio dei meno televisivi tra gli astanti), che avrà il compito di leggere alcuni passi del romanzo.

Mara Venier stimola Sveva a parlare dei motivi che l’hanno indotta a scrivere il seguito dell’autobiografico Il diavolo e la rossumata (“che raccontava gli anni dal ’40 al ’45…”  laddove Il bacio di Giuda narra del dopoguerra).

Poi si affronta il tema del rapporto conflittuale con la mamma (“Manifestava il suo volermi bene con la severità… mai un bacio o un abbraccio”) e si indugia – anche grazie alla lettura di Decaro – sull’episodio che vide la Modignani   bambina come testimone di un delitto (“Io tornavo da scuola e mi si fece incontro il Mariulin. Era stato una spia fascista, si era macchiato di atti vili, facendo deportare padri di famiglia…) nel clima di ritorsioni e faide che caratterizzò l’immediato dopoguerra.

Sveva strappa ai suoi concittadini (che la amano, s’intuisce dal loro modo partecipe di presenziare all’evento) alcune risate con il ricordo della cresima, della prima permanente e della febbre persistente che in quel periodo l’accompagnava.

Dalle finestre del terzo piano della Mondadori si domina piazza del Duomo, affollata nel clima già del week end: è una bellissima sera di settembre, stanno per scoccare settant’anni dalla fine della guerra e le parole di Sveva riecheggiano nelle orecchie (“Mio padre profetizzò che saremmo diventati un paese ricco… a quei tempi avevamo tanta fame e tanto freddo… non sapeva che l’Italia sarebbe finita nelle mani di corrotti e parassiti…)

Il romanzo

È un mondo che non si trova nei libri di storia. Un mondo in cui “il nemico più feroce era il freddo”, fatto dell’attesa trepidante di Gesù Bambino il giorno di Natale, di riccioli vezzosi per la prima comunione, della gioia per una bella bicicletta. Abitato da due figure ingombranti: la nonna e la madre, punti di riferimento ed enigmi al tempo stesso. Sveva Casati Modignani, dopo il grande successo de Il diavolo e la rossumata, 150 mila copie vendute, torna con un “ulteriore tuffo nei ricordi della mia infanzia”. Il bacio di Giuda (Mondadori Electa) è il seguito del suo primo racconto autobiografico, che era ambientato durante la guerra: un nuovo viaggio alla ricerca del tempo perduto, nell’Italia in macerie che si preparava a ritrovare una nuova identità. Ecco, allora, che il racconto si muove su due piani: la dimensione privata, intima, della piccola Sveva con le sue storie familiari, le vicende di scuola, il rapporto complesso con la madre. E, sullo sfondo, un vero e proprio affresco di costume della Milano negli anni della rinascita: una città martoriata che cerca di risollevarsi a fatica, in cui c’erano “persone che – scrive l’autrice – pur di avere un po’ di calore, bruciavano i mobili di casa, letto compreso”, e poi il senso del pudore, il perbenismo legato alla Chiesa, il ruolo degli uomini.

 

 

 

 

Bruno Elpis

Potrebbero interessarti anche...