La solitudine degli amanti



Fabio Mazzeo
La solitudine degli amanti
Cairo Editore
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Lo si legge, lo si ascolta, lo si vive. La solitudine degli amanti, opera prima di Fabio Mazzeo, porta il lettore in una Roma senza tempo, prigioniera dell’eterno scontro tra bene e male. Qui il magistrato Liliana Cannata e l’ispettore Andrea Giannini danno la caccia a un serial killer di donne. Le vittime non si conoscono tra loro, ma sono accomunate da segreti inconfessabili. Tutte, tra i loro effetti personali, conservano un verso scritto con inchiostro verde, frasi diverse di una stessa canzone: L’amante.
Il brano di Ivano Fossati, centrale nell’indagine, è uno dei tanti ripresi nel romanzo. La musica italiana d’autore diventa coprotagonista e risuona tra le pagine come nelle vite dei personaggi. È in essa che Giannini soffoca il dolore per la morte di Nina, l’unica donna ad essere riuscita a farlo aprire all’amore. E nella musica si riflettono le inquietudini di una società costruita sull’apparenza, dove la menzogna è “la moneta di scambio” attraverso cui si intrecciano diverse esistenze.
L’autore ne cattura i turbamenti, insegue pensieri e ossessioni restituendo al lettore profili psicologici complessi che conferiscono spessore alla narrazione. Nella sua totalità, il racconto restituisce una profonda riflessione sulla solitudine oggi, ritratta nelle sue molteplici forme. Non risparmia nessuno, neanche i due protagonisti. E sull’amore: per Giannini “un luogo dove c’è troppo dolore e dove non voglio più tornare”. Ma proprio come le indagini, anche la vita riserva sempre qualche colpo di scena: “La solitudine degli amanti” lo insegna.
Giulio Oliani

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