Faccia a faccia con Erica Arosio e Giorgio Maimone – “Non mi dire chi sei”

download-2Ritorna la coppia Arosio e Maimone con una nuova indagine che coinvolge Greta Morandi ,avvocatessa e il detective Mario Longoni detto Marlon nella Milano degli anni Sessanta.Il caso riguarda la scomparsa della giovane Giuditta ma non solo.Comincia così un viaggio che è anche indagine nella memoria dei due autori che sapientemente costruiscono una trama avvincente che profuma di odori ormai scomparsi e omaggia autori classici del genere e artisti immortali.

Il passato. I vostri ricordi d’infanzia sono parte integrante dei romanzi che scrivete. Che rapporto avete con la memoria?
“La signora Lina dice che, quando si ha un passato, è difficile cancellarlo”. (Da “Il diario di Giuditta”)
La memoria siamo noi stessi. Senza il passato, buono o cattivo che sia, ciascuno di noi sarebbe solo una figurina trasparente. Nel ciclo “Greta e Marlon indagano” raccontiamo la Milano degli anni Cinquanta e Sessanta che abbiamo vissuto da bambini, quindi in parte nei romanzi sono confluiti ricordi sfumati simili a sogni e tante altre suggestioni che appartengono ai nostri genitori. Il risultato è un viaggio nella memoria, in cui cerchiamo di far rivivere una città sensoriale e un po’ magica con i suoi odori e il suo bianco e nero, fatto di nebbia, di passanti vestiti di grigio, di nero, di blu, di negozi con le vetrine a una sola luce. Ma anche gli odori di una città che si ricordava ancora dell’Ottocento e guardava molto timidamente, ma con grande speranza, a quel Boom che tutto stava cambiando.

Il doppio è ricorrente. Siete una coppia di autori, due sono i protagonisti e due le storie. Il doppio funziona?
“Lo sa di averne un altro, dentro? Qualcuno che abita in lei”
(Clementina a Marlon)
Anche il nostro detective, Marlon, ha dentro un “doppio” dormiente, un alter ego che condensa i suoi fantasmi. Se pensiamo che anche Greta ha una personalità non doppia, ma molteplice, è vero che i nostri romanzi sono molto affollati. Il doppio autoriale funziona perfettamente, in uno scambio creativo e critico costante e generoso. Almeno speriamo.

La vostra è anche un’indagine nella memoria?
“Che già questa indagine parte male: senza l’asfalto di Milano sono come Sansone senza capelli“
(Riflessione di Marlon)
La memoria è una forma di resistenza umana, preziosa per capire da dove veniamo e indispensabile come lettura del presente, ancora più nel contesto storico attuale dove si fa della dimenticanza un’arte e sembra che ogni cosa si consumi in un volatile presente.

Avvocatessa e detective e una struttura classica. Il vostro è un omaggio ai classici e a Perry Mason?
“Avvocato, qual è il suo onorario? “
(Clementina a Greta)
Oh! Sei la prima che lo capisce! Perry Mason, Della Street e Paul Drake fanno parte dello stesso immaginario infantile da cui siamo partiti per le nostre storie. Ancora adesso nello scrivere alcune scene di Tribunale ci sembra di sentir risuonare la famosa sigla televisiva. Ma dopo la scena primaria Perry Mason, abbiamo sciacquato abbondantemente i panni nel Naviglio, nella Senna, nell’Hudson e in molti altri fiumi.

Milano di ieri e di oggi. Cosa è rimasto della Milano degli anni 60?
La mia vita, però, ormai sarà lontano da qui. A Milano, a Milano, a Milano.
(da un diario di Giuditta)
Per alcuni anni sembrava non fosse rimasto niente, ma nella Milano odierna la città sembra avere riscoperto quella voglia di futuro e quell’ottimismo del fare che ha sempre rappresentato la sua anima più nobile.

Perché la scelta di scrivere a quattro mani e perché gialli seriali?
“I nostri sono romanzi bipolari. Tutto è doppio. Due sono gli scrittori, due i protagonisti, due gli ambienti sociali. Due le trame che si intersecano e due le soluzioni. E pensare che il numero perfetto sarebbe tre…“
(Nota degli autori)
Normalmente ci dividiamo così i compiti: uno scrive, l’altro legge e dobbiamo trovare un terzo che controlli i due pericolosi intellettuali 
In realtà è tutto assai più semplice: scrivere in due è molto più divertente che scrivere chiusi in una torre d’avorio. Perché c’è sempre la speranza che se uno per caso si barrica nella torre, arrivi l’altro ad aprirgli la porta.
Gialli seriali? Ci siamo molto affezionati ai nostri personaggi di cui sappiamo anche la data di nascita e quel che hanno nel terzo cassetto del trumeau.

Qual è il vostro metodo di scrittura? Vi dividete i personaggi?
“Il personaggio più nervoso è in piedi, in un elegante completo che Augusto Caraceni in persona gli ha tagliato addosso nella sua sartoria di via Fatebenefratelli”.
(Uno dei protagonisti)
Partiamo sempre dai personaggi e assieme li definiamo, poi gli cuciamo una trama su misura intorno e la sviluppiamo, sempre assieme. La divisione è nella scrittura non tanto per i personaggi quanto per il calore e il colore delle scene-capitoli. La revisione è sempre comune.

Greta e Marlon. I loro nomi sono anche un omaggio a due grandi divi di Hollywood?
“Troppo facile archiviare una morte come suicidio: perché avrebbe dovuto uccidersi, una donna così bella e così famosa? Ma vai a capire cosa alberga nel cuore delle persone… Proprio oggi doveva capitare: lei muore e io compio gli anni”
(Greta riflettendo sulla morte di Marilyn)
Nel romanzo sono tanti gli omaggi al cinema che ha nutrito il nostro immaginario a pari livello con la letteratura. Quando scriviamo “vediamo” la scena, e la coreografiamo come se stessimo girando un film.

Brani di canzoni aprono ogni capitolo. Colori, sapori ma anche musiche e melodie di quegli anni tra gli ingredienti dei vostri gialli?
«Quindi, secondo te, tutto va ben, madama la marchesa, come diceva la canzone? »
(Vittorio Guttadauro, componente della Triade)
Alla vita, normalmente, mancano due cose rispetto alla finzione: una trama comprensibile e la colonna sonora. Abbiamo pensato di rimediare almeno a una delle due carenze. O forse a entrambi. Abbiamo tenuto la vita, aggiunto la trama e aggiunto la colonna sonora. In questo modo, muovendoci nel passato, abbiamo inserito una componente fondamentale e immediatamente agganciabile da tutti per ricreare un’epoca. E poi, vogliamo dirlo, che è molto più bello scrivere ascoltando Chet Baker?

Quanto di voi nei due protagonisti?
“Ma sa che lui vuole anche altro: la vuole attrice protagonista della commedia del loro amore, non si accontenta di una comparsa scialba che si limita a compiacere il regista”.
(Tom su Greta)
Poco di noi come persone ma molto delle nostre vite: i libri letti, i film visti, le storie ascoltate, i racconti degli amici, la vita che lenta e fiammeggiante ci scorre accanto da (molti…) anni.

Foto di Gianmarco Chieregato

Cristina Marra

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