Falsa testimonianza – Karin Slaughter



Karin Slaughter
Falsa testimonianza
Harper Collins Italia
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Prima o poi doveva succedere che anche il mondo del thriller venisse “contaminato” dalla pandemia. Che si facessero cioè muovere i personaggi fra le regole ristrette del distanziamento sociale, con le onnipresenti mascherine e il rito del gel disinfettante per le mani. Era bello, almeno leggendo un libro, potersi illudere che il virus del Covid-19 non fosse mai giunto a devastare le nostre esistenze, però così facendo gli autori non sarebbero stati credibili. Specie se, come Karin Slaughter, si sceglie di ambientare la storia nella primavera del 2021.
Falsa testimonianza è l’ultimo romanzo della prolifica autrice bestseller, classe 1971, nata in Georgia. Ambientato ad Atlanta, che è anche la città dove Slaughter risiede, catapulta il lettore in un periodo in cui, oltre ai fatti delittuosi che si dipanano, i protagonisti devono vedersela con un nemico invisibile, responsabile di oltre cinquecentomila morti solo negli Stati Uniti. Come restare indifferenti? L’autrice lo sottolinea più volte, nelle pagine. In lei prevale l’urgenza di parlarne.
Ma veniamo alla trama. La quarantenne Leigh lavora come avvocato in uno studio legale di Atlanta. È separata dal marito Walter e madre dell’adolescente Maddy. Sebbene monopolizzi gran parte della scena, non è la protagonista assoluta. Perché questa è piuttosto una storia di “sorellanza”. Di due sorelle, appunto, cresciute in balia di loro stesse, che hanno potuto contare sempre e solo l’una sull’altra. Vittime di un’infanzia terribile e di un’innocenza spazzata via troppo presto, a causa di un fatto cruento. Callie è la sorella minore e lavora in uno studio veterinario. Coraggiosa ma totalmente inaffidabile, ha avuto senza dubbio la peggio, dato che è diventata una tossicodipendente. 
Le vite di Leigh e Callie si sono divise diversi anni prima. Meglio così, perché il segreto brucia ancora e il silenzio è l’unico modo per tenerlo a bada. Finché un giorno questo loro peculiare sistema di rimuovere dalla coscienza i ricordi più duri, al fine di poter sopravvivere, viene ulteriormente messo a soqquadro.  
Un rampollo di facoltosa famiglia, accusato di avere stuprato alcune donne, vuole proprio che sia Leigh a difenderlo. Si tratta di un caso importante: la sua occasione per fare carriera. Ma quando Leigh lo incontra, al cospetto di un investigatore privato incaricato di reperire prove in vista del processo, il suo cuore perde più di qualche battito. Subito capisce che quell’Andrew, (perché adesso così si fa chiamare), non è altro che Trevor, il bambino a cui lei e Callie facevano da baby-sitter ai tempi del “fattaccio”. È cresciuto parecchio, da allora, ma ha in serbo per loro un piano che brama vendetta.
A Leigh viene naturale chiedere l’aiuto di Callie, anche se questo vuol dire mettere ancora una volta in pericolo la vita della sorella. Come quando, solo un anno prima, le ha trasmesso il Covid, minando irreversibile la sua salute già precaria.

Falsa testimonianza è un romanzo che offre al lettore diversi colpi di scena, davvero originali, nonché parecchi spunti su cui riflettere. Il punto di forza è da ricercare nei personaggi, molto ben caratterizzati. Ciascuna delle loro storie sembra un racconto a sé, da potere sviluppare in seguito. E poi s’incontrano tematiche sociali importanti, come la dipendenza dalle droghe e la malattia mentale, che generalmente un thriller non tratta in modo così approfondito. Si dovesse fare un appunto all’autrice, sarebbe proprio a causa della sua prolissità. Ma poiché gli intervalli di vita quotidiana dei personaggi, per così dire, nulla tolgono al ritmo della narrazione, la lettura è consigliata. La trama non è del tutto originale, è vero, e forse si avverte anche qualche piccola forzatura ogni tanto. Però, tranquilli! Ci pensa Callie, da sola, a bucare la scena. E non è una battuta. Una sorta di eroe negativo, assolutamente memorabile.

Cristina Biolcati

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