Dopo “Cospirazione Caravaggio”, la Newton Compton pubblica un altro intenso thriller di Alex Connor dedicato stavolta alla memoria di uno dei massimi pittori spagnoli: il grande, controverso ed enigmatico, Francisco Goya. Dopo il 1819, caduto in disgrazia a corte, .con la restaurazione post napoleonica di Ferdinando VII, sordo – non aveva mai ricuperato l’udito dopo la malattia, ictus o altro, di più di vent’anni prima -, anziano e in cattiva salute Goya si ritirò nella sua casa di campagna, alla “Quinta del Sordo”, ricoprendo le pareti con le cosiddette “Pitture nere”, immagini angoscianti e visionarie, quali quella di “Saturno che divora i suoi figli”. Nel 1824, ottenuto il permesso di andare a curarsi a Plombières, partì per la Francia poi, per sfuggire all’avverso clima politico, decise di stabilirsi a Bordeaux, fiorente colonia di spagnoli in esilio. Morto là ottantaduenne, il 16 aprile 1828, fu sepolto nel cimitero, cittadino della Chartreuse. Nel 1888, quando fu deciso di traslare le spoglie del grande pittore in patria, al momento dell’esumazione, si scoprì che allo scheletro mancava la testa. A quel punto una serie di cavilli burocratici rimandarono il progetto fino al 1900 quando finalmente Goya fu inumato con Juan Meléndez Valdés, Leandro Fernández de Moratín e Juan Donoso Cortés in un monumento del cimitero sacramentale di San Isidro, a Madrid. Ma nessuno ha mai saputo che fine abbia fatto la testa di Francisco Goya sottratta alla tomba dopo la sua morte… Fino ad oggi? O meglio fino all’audace interpretazione del fatto che ci regala Alex Connor nel suo Goya enigma. E allora vediamo! Cosa accadrebbe se venisse ritrovato il teschio mancante di Goya? In un fantasmagorico carosello tra Madrid, Londra e New York, l’autrice con il suo romanzo suggerisce abilmente questa ipotesi. Nel corso di lavori di ristrutturazione di una casa di Madrid, un giovane impresario trova un teschio occultato sotto il pavimento. Il dubbio che possa essere quello mancante allo scheletro del grande pittore lo porta ad affidarlo a un suo vecchio datore di lavoro, l’esperto e critico d’arte del Museo del Prado: Leon Golding. Leon Golding, uomo molto fragile psicologicamente – ha già tentato due volte il suicidio – da quando era bambino vive in una vecchia casa di campagna della Quinta del Sordo, di fianco a quella delle “Pitture Nere” dipinte da Goya nel suo ultimo periodo spagnolo. Leon Golding, che è un appassionato cultore delle pittura di Francisco Goya e da anni studia per dare un’interpretazione agli inquietanti affreschi realizzati dall’artista sulle mura della sua dimora, ci immerge nel mistero delle Pitture Nere. Cosa avrà voluto trasmettere Goya con quelle immagini? Il presagio della sua morte imminente oppure la disperata visione del proprio paese ricaduto in mano un sovrano incapace e reazionario? Ma per sapere di chi è veramente il teschio e potersene servire come avvallo dei suoi studi, dovrà affidarlo al fratello Ben, famoso chirurgo plastico presso l’Whitechapel Hospital di Londra, affinché un collega, specialista nelle ricostruzioni facciali, riesca a dargli la certezza che sia quello del pittore. Purtroppo però Leon, pur di vedere riconosciuta la sua eccezionale scoperta, ha coinvolto altre persone mettendosi nei guai. E, benché lui e suo fratello tentino di mantenere il segreto, proprio per colpa della sua frenesia, la notizia, che è trapelata, suscita l’interesse dei critici d’arte ma anche di collezionisti e trafficanti senza scrupoli. E qualcuno è disposto a tutto, anche a uccidere, pur di mettere le mani sul reperto più prezioso mai venuto alla luce in tutta la storia dell’arte. E ciascuno dei personaggi del romanzo cela dentro di sé un dramma interiore che in qualche modo ne guida le azioni, buone o cattive che siano. Dall’influenzabile e nevrotico studioso Leon Golding all’implacabile criminale Emilio Dwappa, sono tutti inconsapevolmente plagiati dai fantasmi dell’infanzia, della famiglia, del prestigio sociale, incapaci di ribellarsi a una specie di predestinazione alla follia o alla malvagità, contaminati e spinti da un’insaziabile cupidigia. Inizia cosi una gara fatale per accaparrarsi una reliquia, in grado di regalare fama e celebrità, che scatenerà una catena di delitti che sembra inarrestabile, almeno fino a quando il teschio resterà in circolazione. Persino il protagonista, Ben Golding, nell’intento di riuscire a sciogliere l’enigma per primo e riparare torti che crede di avere subito, si lascerà coinvolgere di persona nel caso, arrivando a nascondere agli inquirenti quello che sa. Una trama intrigante e ricca di mistero che mischia suspense e crimini in una specie di maledetta caccia al tesoro. A conti fatti un thriller avvincente per una lettura veloce intrigante, impreziosita da un robusto pizzico di storia dell’arte.
Goya enigma
Patrizia Debicke