Raramente avevo letto un libro così avvincente da tenermi incollata alla poltrona dalla prima all’ultima pagina. Pubblicato in Spagna nel 1994 è stato tradotto in italiano e pubblicato da Alacrán solo nel febbraio 2007. Presentato a Milano dall’autore presso la libreria del giallo il due marzo nel corso di un viaggio in Italia invitato dall’Istituto Cervantes. I racconti sono divisi in 5 sezioni per tema – l’amore, la strada, le donne, la polizia e la morte. Tutti ambientati a Madrid, nel quartiere di Malasaña dove l’autore, quando non è in giro per il mondo a tenere seminari di letteratura nelle varie università ispaniche, vive. La scrittura risente dell’influenza di Pio Baroja, alla trilogia su Madrid del quale l’autore ammette di ispirarsi. I protagonisti sono gente comune, con esistenze difficili, le storie sono di vita quotidiana, piccole storie che sulle cronache dei giornali non troverebbero spazio. Alcune sono dure, spietate, ma anche i temi più toccanti quali la violenza sui bambini vengono trattati con rispetto e con grazia. Juan Madrid, nato nel 1947 ha pubblicato una quarantina di opere tra romanzi, racconti saggi. Da 2 suoi libri sono stati tratti film, di Tanger è anche regista. E’ considerato uno dei massimi esponenti della letteratura noir spagnola. Laureato in storia, dopo aver insegnato per pochi anni, ha lavorato come giornalista e sceneggiatore. E’ autore di uno sceneggiato televisivo Brigada Central con protagonista un poliziotto gitano. Una delle sue opere è un racconto di viaggio in Amazzonia alla ricerca delle guerriere Amazzoni, pubblicato in Italia da Frassinelli, per scriverlo aveva trascorso quasi un anno sul posto. Attualmente sta scrivendo una pièce teatrale comica su Francisco Franco. Uomo di grande cultura, intelligenza e classe, è molto piacevole da ascoltare. Cresciuto in un quartiere popolare di Malaga, Juan e i suoi fratelli erano gli unici bambini che non rubavano, grazie al fatto che in casa venivano lette le novelle di Salgari. Per aiutare la famiglia che era in difficoltà economiche dato che il padre, ingegnere e oppositore del regime franchista, era quasi sempre in prigione, cercavano il rame da rivendere frugando nei rifiuti. Juan Madrid aveva iniziato a scrivere a 9 anni dopo aver trovato un quaderno di computisteria nei rifiuti. La sua prima opera fu una riscrittura di Sandokan nella quale figurava anche lui tra i personaggi. Anche Juan Madrid ha trascorso un anno in prigione per reati politici, occupandosi della biblioteca del carcere. I suoi libri sono tradotti in nove lingue, tra cui inglese, francese, tedesco, russo, greco, bulgaro e italiano.
Cronache di Madrid in nero
ambretta sampietro