Un libro emotivamente difficile e pesante, ma non per questo sconsigliato. Anzi.
Il giovane Daniel è da tempo ricoverato in una struttura psichiatrica, con una diagnosi di schizofrenia; una notte si suicida sotto gli occhi del fratello, Palmi.
Nello stesso momento un anziano professore muore, nella sua casa, devastata da un incendio.
Il collegamento tra le due morti non è di immediata evidenza sino a quando l’ispettore Erlendur non scopre che Daniel era stato allievo del professore e che ultimamente questi si recava spesso a visitarlo, presso la clinica.
Anche Palmi conduce un’indagine parallela e ci porta nel mondo malato di Daniel, nelle sue stranezze e nei suoi pericolosi comportamenti, sin da bambino, che hanno dato una connotazione particolare alla loro relazione.
Ho detto che è un libro difficile emotivamente, perché si addentra in una malattia che ha un impatto devastante sia su chi ne è affetto, sia sui familiari. Ed il racconto di Palmi, della sua vita col fratello, è qualcosa che rattrista e che stringe il cuore.
Poi c’è l’ispettore Erlendur, a volte cupo e a volte no, ma con spunti interessanti ed idee geniali.
Non l’ho trovato un libro che tiene incollati alle pagine come suspense, questo no, ma molto ben scritto e molto umano; affronta il detto e il non detto tra le persone ed il rimpianto per ciò che poteva essere fatto, prima che il mondo cascasse addosso.
I figli della polvere – Arnaldur Indridason
Marinella Giuni