Un libro con in copertina un voluto errore postale, rappresentato dal francobollo “B” con piazza della Repubblica a Roma emesso il 2 luglio 2016 e annullato sempre a Roma ma il 27 giugno 1980 e la coda di un jet di linea. Una macabra rappresentazione a rammentare il tragico giorno della strage di Ustica e tutti i segreti nascosti dietro quello spaventoso disastro aereo. E dunque una cover scelta apposta dalla SEM per la ripubblicazione (e ci voleva) di “Funerale dopo Ustica”una a mio vedere tra i migliori romanzi di Loriano Macchiavelli.
Un’avvincente spy story italiana concepita nel 1989, considerata allora una innovativa denuncia e che a conti fatti rappresenta un’inquietante e molto verosimile ricostruzione romanzata di una lunga e buia parte della storia italiana con l’Europa come indispensabile cornice. Una lunga parte di storia che copre tutti gli anni costellati di sangue, pseudo rivoluzioni colorate di rosso e di nero e targate dunque in modo spesso difficilmente e fumosamente individuabile a sinistra e a destra. Intimidazioni, pseudo rivolte pilotate , attentati altrettanto architettati a comando che si dipanarono indiscriminatamente insanguinando la penisola, dal 1974 al 1982. Lunga, combattuta e drammatica epopea che vedrà ohimè il suo tragico epilogo nei cieli di Ustica.
Epopea che ci consente di riconoscere, anche se in maniera romanzata ma assolutamente credibile, i cambiamenti avvenuti in Italia e i fatti in realtà praticamente teleguidati dallo sguardo vigile e predatore di una pseudo setta, una joint venture, di occulti e malefici poteri.
Oggi, parlare di incroci tra mafia, politica e poteri occulti pare una cosa semplice, anzi un dato di fatto. Il proliferare di Internet prima , e dopo i blog, le trasmissioni e i variegati saggi di denuncia hanno fatto emergere tante idee riproponendole e sviscerandole a fondo, ma nel 1980 quanto Tommaso Buscetta confidò segretamente a Giovanni Falcone, parve scioccante.
Un generalizzato branco di terroristi rossi e neri pronti a uccidere e a morire per le proprie idee; servizi segreti infiltrati e corrotti, con agenti che, impegnati con disinvoltura in un continuo cambio di bandiera si sprecano con il doppio e il triplo gioco; un cosiddetto «Vertice» costituito da un giro di insospettabili autorità, pronte a sovvertire lo Stato italiano con alla testa un tale: Victorhugo, il manovratore, il grande cervello, l’ oscuro personaggio che coordina a suo volere stragi e assassinii, di chiunque posso rappresentare un pericolo. Ai suoi ordini, il feroce e preciso killer internazionale, con inattaccabili coperture e, come vittima designata: il presidente della Repubblica Italiana. E, indispensabile, servirà una modernissima arma letale. Dalla parte dei buoni, Stefano Degiorgi, uno dei pochi agenti «netti» dei servizi segreti italiani, bersaglio agognato e nel mirino dei servizi segreti «sporchi» e perfino messo sotto tiro dai killer ai quali sta dando la caccia; Mila Santini, una splendida agente donna, impegnata sino all’estremo. E l’agente francese Jules Quicher, al quale Macchiavelli ha regalato lo stesso nome con il quale aveva firmato la prima versione del suo romanzo Una sfibrante caccia all’uomo, alla inafferrabile preda durante un lunghissimo e pericoloso inseguimento senza esclusione di colpi.
Ecco alcuni degli avventurosi elementi della storia e le caratteristiche di alcuni tra i protagonisti di questa inquietante e incredibile vicenda che avrà il suo sorprendente e inatteso epilogo sul DC9 Itavia abbattuto nel cielo di Ustica il 27 giugno 1980. Un vero dedalo di raggiri e di imbrogli, fatti, e di una incredibile serie di eventi molto spesso reali ma che forse proprio per questo spesso appaiono persino più fantastici neppure fossero stati romanzati. Un serie in cui dominano indistintamente disprezzo, rancore, amore, sesso, brutalità, lealtà, dedizione, senso del dovere, cupidigia, sfrenata ambizione, tutti ingredienti che fanno agire, uccidere, vendicarsi i personaggi ( spesso solo burattini in mano a un feroce burattinaio) di questa splendida spy story, di questo grande libro d’azione. Ustica rappresenterà alla fine lo sfondo fatale, un sanguinoso agnello sacrificale per controbilanciare fragili equilibri di potere. Una via d’uscita per lavarsi la coscienza.
Ma leggendolo oggi, a più di trent’anni dalla sua prima uscita, non vi aspettatevi un libro denuncia, non avrete sconvolgenti rivelazioni. Preparatevi solo a leggere oggi uno dei migliori romanzi di simil-spionaggio. Funerale dopo Ustica dimostra come pure noi del Belpaese siamo in grado di produrre delle grandissime spy story.
Funerale dopo Ustica prova come anche gli italiani e nel caso un grande scrittore come Macchiavelli siano in grado di scrivere un’ottima storia di intelligence paragonabile alle migliori dei grandi scrittori inglesi. E sicuramente il ritmo serratissimo , l’imprendibilità di un nemico che pare sempre un passo avanti , e il frenetico vorticare per l’Europa, sono un target che rimanda con prepotenza alla migliore tradizione britannica.
Come è piaciuto descriverlo a Macchiavelli in una vecchia intervista elenco anche io tutti i suoi personaggi importanti in ordine di apparizione sulla scena del crimine:
– Dikte, ammiraglio, funzionario ad altissimo livello dei servizi segreti della Difesa;
– Bellamia, la doppia moglie dell’onorevole;
– L’onorevole Furoni, ex comandante partigiano, ex aderente al Partito d’azione, ex attivista del Partito comunista italiano, ex terrorista altoatesino e infine deputato al Parlamento italiano per conto di un partito dell’arco costituzionale e difensore delle riforme sociali e politiche;
– Surprisi, alto magistrato titolare di inchieste sull’eversione nera, rossa, gialla e altri variegati colori;
– Penelope Giorgiani, detta Lope, intellettuale, sociologa di fama internazionale e strenua paladina dei movimenti extraparlamentari come supporto insostituibile della democrazia;
– Klaus Krunter o Walther Renner o Hisard o Gustav Göristh o Standish Husky o chissà che altro ancora, tedesco o austriaco o spagnolo o svizzero o chissà che;
– Guendalina Valmoral, Lina, la sua segretaria. O la sua donna? Vedremo;
– Victorhugo, ognuno di noi immagini chi sia e chi rappresenti;
– Pierluigi, nome di battaglia di uno sfigato condannato fin dalla nascita a morire giovane;
– Stefano Degiorgi, geometra, capo ufficio tecnico dell’impresa di costruzioni Sassi L, sui trenta, elegante e sobrio;
– Il Maggiore, ingegnere responsabile della stessa impresa, capelli bianchi, sorriso aperto e comunicativo;
– la Signorina, segretaria tuttofare della stessa impresa di costruzioni;
– Mila Santini, dottoressa, ufficio amministrativo dell’impresa Sassi L.;
– il Vecio, partigiano, un taciturno montanaro sui cinquanta;
– Mario, non si sa chi sia né se sia;
– dottor Capucci, funzionario di polizia;
– dottor Lucio Chiaroni, anonimo ragioniere dipendente di un’importante azienda a capitali internazionali, con scarse possibilità di carriera (almeno apparenti) e felice padre di famiglia;
– Marta, la moglie;
– Sara, la figlia, tutta suo padre;
– Ummer, il capo del Nucleo Sette;
– Primo, Secondo, la Ragazza, Trovato, Sesto, il Custode, quelli del Nucleo Sette;
– Riccardo, biancheria intima e gran figlio di puttana;
– Antony Bozzolla, coordinatore del gruppo dei dieci del Css2;
– Luis Garcia Rodriguez, o anche Colonnello Stan, che ha costruito la sua casa in cima a Punta Falconera, Costa Brava, Spagna;
– Algucil, pittore, anarchico, rivoluzionario, reduce del ’68 parigino, amico di Luis Garcia;– Pazienza, un prezioso occhio per Stefano Degiorgi, nel buio di Roma, vero nome Circeo Calterano;
– Hilario, amico d’antica data di Stefano Degiorgi, che dà l’idea di un barbiere più che di un agente dei servizi segreti spagnoli;
– l’Abate di Montserrat, abazia benedettina a quota 750;– Pardo Bazan, chi è costui? O costei;
– Sarah, dagli amici chiamata Sherry per via che ne beve in quantità;
– Jules Quicher, dei servizi di sicurezza francesi, uno che avrà vita lunga;
– dottor Miland, responsabile di certi laboratori segreti per la ricerca di chissà cosa;– l’uomo con la cicatrice, destinato a una brutta fine come tutti i cattivi;
– Morini, uno di Milano che dovrebbe saperla lunga sulle bierre;
– Eva Horvath, vedova ungherese, trasandata e forse ubriaca;
– Heléna, la sua dolce bambina, strumento inconscio di morte;
– Professor Cordellin, uno strano ma erudito e aggiornato fisico;
– Adin al Fadal, pilota libico che riesce a guidare un Mig 23 perfino da morto;
– monsieur Pipard, titolare della brasserie di Punta Falconera e fornitore di gas liquido;- madame Feisan, da poco vedova e tenutaria dell’unico albergo di Punta Falconera;
– Ferdinando, un meccanico addetto al controllo a terra degli aerei, che si è provvidenzialmente rotto una gamba, purtroppo per qualcuno.