Giovanni Cataldo commissario capo della questura di Modena, ormai ha raggiunto il massimo della carriera. Ma gli anni avanzano, ormai sono quasi sessanta. Il suo matrimonio è finito da tempo, , sebbene mantenga ottimi rapporti con l’ex moglie Alice tanto che, dopo la morte dell’avvocato che gliel’aveva portata via, lontano fino a Reggio Calabria , da due anni è tornata a vivere a Modena , con i loro figli, Eleonora che oggi ha vent’anni e Francesco sedici.
Per un po’ Cataldo, prima e dopo il loro arrivo, aveva creduto davvero alla possibilità di una nuova vita con Annachiara, restauratrice di mobili antichi tanto più giovane di lui. Ma anche con lei era riemerso con prepotenza il vecchio difetto di non sapersi mai lasciare andare. E allora pian piano erano subentrati tra loro i primi screzi, poi c’era stata la rottura, forse inevitabile. Ora per curare la malinconia, sta passando una vacanza da solo a Marina di Vito Fumo a due passi da Napoli, lontano da lavoro e da tutti
Passa le giornate tra telefonate a un vecchio amico e l’ascoltando la radio poi però, mentre si prepara la cena accende la televisione…
Il TG1 è appena cominciato, una cronista giovane e carina snocciola uno dopo l’altro i fatti della giornata quindi, quasi in chiusura l’ultima notizia appena passata : il feroce e barbaro delitto a Modena con la vittima, una giovane donna, la proprietaria di un vivaio, ritrovata dal marito in casa sua con la gola tagliata e brutalmente mutilata. La mattina dopo La Repubblica, data l’efferatezza del crimine, aggiungerà appena il nome Vanessa Bertoni e pochi macabri particolari, ma quel nome ricorderà a Cataldo di aver probabilmente conosciuto e frequentato anni prima la sorella maggiore della morta, Cristina e allora, incuriosito, telefona al suo vice, l’ispettore De Pasquale e chiede maggiori informazioni. È stato un omicidio crudele, la vittima è stata uccisa a pugnalate e dopo la morte l’assassino le ha cavato gli occhi e ha inciso un numero che pare il 27 su una guancia. La donna aveva ancora su di sé i gioielli. La rapina pare da escludere : il movente va ricercato altrove…
Quel delitto lo chiama come una sirena tanto che Cataldo decide di finire le sue vacanze e rientrare in anticipo. Raggiunge Modena e subito assume il comando delle indagini, ma il caso, precipita rapidamente e assumere presto tratti angosciosi che suggeriscono un assassino seriale. Il giorno dopo il suo ritorno, infatti, un’altra donna, avvocato di professione, Maura Zannoni viene ammazzata nel suo studio. Come la Bertoni è stata pugnalata e mutilata. Anche a lei hanno cavato gli occhi, presumibilmente servendosi di una lama o di un attrezzo molto affilato.
Apparentemente la Zannoni, che viveva con una compagna, non aveva nemici. Non ci sono testimoni che abbiano visto o sentito qualcosa.
Cosa mai può legare queste due persone che non si conoscevano, non facevano lo stesso lavoro e per di più avevano una diversa cultura ed estrazione? Cataldo si intestardisce a cercare ma non riesce a trovare dei punti, degli interessi o delle frequentazioni in comune. E allora cosa mai può ipotizzare? Potrebbe forse trattarsi di vendetta? Ma per cosa?
Intanto però le morti non si fermano e presto la polizia dovrà affrontare un successivo e praticamente identico delitto che farà salire a tre il numero delle persone barbaramente assassinate in meno di sei giorni. Una vera catena di spaventosi e inspiegabili omicidi. Potrebbero essere dei delitti concepiti dalla mente di uno psicopatico, come ipotizzano il questore e una profiler convocata a Modena, o dietro tutto questo magari c’è il disegno di una mente sottile.
O magari un qualche movente preciso? Ora poi cosa farà il killer, perché ormai di killer si comincia a parlare? Colpirà ancora?
Coadiuvato dall’ispettore De Pasquale e da Dario Ghigi, un nuovo enigmatico agente che il questore ha integrato nell’equipe, Cataldo non può indugiare, la pressioni degli organi superiori di polizia e dei mezzi d’informazione cresce, costringendo l’investigatore a una pericolosa corsa contro il tempo perché bisogna a tutti i costi individuare e riuscire a fermare l’assassino. Arduo percorso quello di Cataldo e della sua squadra. Ma il commissario va dritto per la sua strada e, piano piano, con indizi e piccole verità, nonostante interrogatori e arresti non risolutivi, rendendosi conto di dover cambiare mira, fa dietro front per poi ricominciare a scavare a fondo in un diverso e angosciante crogiuolo di passioni con storie antiche che cominciano ad affiorare dal passato, mischiandosi subdolamente al presente.. Ciò nondimeno un Cataldo tormentato, pur continuando a girare in tondo e brancolando nel buio, non si ferma. E non sbaglia perché la soluzione c’è, ci sarebbe, anzi è là a portata di mano, basta insistere, scavare più a fondo tra i segreti del passato per intuirla e coglierla al volo e arrivare a scoprire chi sta spargendo tanto sangue.
Un thriller ben concepito, questo ventiduesimo, se non erro, episodio della saga di Giovanni Cataldo con una narrazione che sa immergerci di continuo nelle sensazioni, nelle reazioni emotive e nel punto di vista del killer mentre contemporaneamente riesce a renderci partecipi delle emozioni, della professionalità e dei suoi personali convincimenti.
E proprio alla fine dell’inchiesta più amara della sua lunga carriera, dopo che l’azzardata e rischiosissima soluzione del caso gli ha finalmente consentito di intuire e sciogliere l’inimmaginabile legame giallo tra queste morti violente e altri squallidi e crudeli intrecci di interessi, nell’animo del commissario permarranno un senso di insicurezza , d’impotenza e di solitudine. Un’ inquietudine che lo costringe a fare i conti con se stesso, con i suoi sentimenti e con la sua stessa vita.
Il commisario Cataldo e il caso Tiresia – Luigi Guicciardi
Patrizia Debicke