Il gioco delle sette pietre



Alberto Minnella
Il gioco delle sette pietre
frilli
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«Dalle terra di Sciascia e Camilleri un noir scritto come Dio comanda» ci dice Bruno Morchio, tentatore, dalla copertina di: Il gioco delle sette pietre, edito da Fratelli Frilli Editori. Nella mia suprema ignoranza sono andata a cercare questo gioco delle 7 pietre che dà il titolo alla storia. L’ ho trovato, scritto da Nicola Saliani, e lo riporto testualmente: “Erano gli anni 1968-70 e durante la “controra” ci si divertiva con un nuovo gioco inventato dai ragazzi chiamato delle “7 pietre”. Si cercavano delle pietre piatte ricavate da vecchie tegole, da mattoni o piastrelle e si mettevamo una sull’altra. Si formavano due squadre composte da 4-5 ragazzi. Il giocatore di una squadra con una palla piuttosto piccola cercava di mandar giù la colonnina formata dalle 7 pietre. Una volta centrata la colonna, si fuggiva da tutte le parti e il compito della squadra avversaria era quello di colpire i componenti dell’altra con la palla ed eliminarli dal gioco; questi, nel frattempo, cercavano di rimettere in fila le pietre cadute per aggiudicarsi il punto. Il campo di gioco da noi preferito era quello del Serbatoio adiacente la Chiesa Madre”. Pare che Alberto Minnella si sia divertito a scrivere il romanzo a macchina su una mitica Lettera 32, commercializzata in Italia proprio nel 1963. Il suo primo giallo, a metà tra il racconto lungo e il romanzo, è ambientato a Siracusa a cavallo tra l’ultima notte che fa morire il 1963 e fa nascere il 1964. Spettacolo in municipio, fuochi d’artificio e i lampi di un temporale accompagnano l’avvio di questa notte di Capodanno. Una noiosa notte di turno, accompagnata malinconicamente da gesti di routine, rotta appena da un brindisi augurale a mezzanotte per il commissario Portanova, l’ispettore Gargiullo e i loro uomini. Ma la notte è lunga e porterà loro molte sorprese. Passate le due Camurro, l’agente di servizio al centralino, riceve una telefonata inquietante. Dall’altro lato del filo la signorina Russa, zitella, una visionaria che sta chiamando per la quinta volta nella nottata. Ma, stavolta, quanto denuncia è pericolosamente inquietante. Avrebbe visto tre individui caricare in macchina il corpo esanime del proprietario del ristorante La Spada blu, il signor Passanisi. Vero o fantasia, bisogna andare a controllare. Detto fatto, ma a La Spada blu, via delle Carceri Vecchie, Ortigia, troveranno una scena del crimine molto insanguinata, ma senza il morto… Un altro commissario si affaccia sulla scena del noir italiano, acqua cheta, mezz’età capelli rossi, siciliano, fumatore, acerrimo nemico dei temporali, che gli riportano ricordi insopprimibili, per una trama avviluppata dal ritmo e dalle consuetudine consolidate di una provincia siciliana. Il commissario Portanuova dovrà sbrogliare questo caso di un omicidio senza il cadavere. Una Siracusa, che pare di toccare tanto è minuziosamente descritta, per un giallo “accomodato ,che lascia la bocca amara e fa ballare, sullo sfondo, torbidi giochi passionali e subdoli intrighi di potere.

patrizia debicke

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