Terzo volume della serie con protagonista Esterrina, giovane e acuta contadinella dai misteriosi natali e con la smania dell’indagine poliziesca. Come i romanzi precedenti, “Il segreto di Raffaello” e “Pontormo e l’acqua udorosa”, anche quest’ultimo cita nel titolo un personaggio celeberrimo della storia dell’arte italiana. La vicenda criminosa si compie nel mondo rurale di un paese alle porte di Firenze dalla fine dell’ 800. Un giovane orafo, soprannominato “Signorina” dai compaesani per la presunta scarsa virilità, uomo sensibile e amante degli animali, viene trovato morto ai piedi di un alto muro vicino a una villa. Ben presto si scopre che non si tratta di una disgrazia ma di un omicidio sul quale indagheranno i Regi Carabinieri ma soprattutto Esterrina, figlia adottiva di una famiglia di contadini, dotata di orecchio assoluto per la musica e amante della lettura. Una mosca bianca , non per niente soprannominata “la stramba” da alcuni compaesani. Svicolando spesso dal blando controllo del patriarca, la ragazza riuscirà a trovare il bandolo della matassa e a mettere in carabinieri sulla strada della soluzione dell’enigma. Si tratta di un romanzo corale e in certo qual modo teatrale, con tanti personaggi che di volta in volta a piccoli gruppi diffondono e commentano gli eventi. Caratteristica costante dei romanzo di Lucia Bruni è l’uso del vernacolo dell’entroterra fiorentino e la ricerca accurata del lessico, delle abitudini e delle usanze della vita sociale, religiosa, lavorativa delle campagne toscane di fine ottocento.
Benvenuto Cellini e il ricciolo indiscreto
Susanna Daniele