Luca Crovi sarà uno degli ospiti di Non solo Giallo di sera a Ortona, il festival letterario con la direzione di Romano De Marco che si svolgerà in presenza a Ortona (Ch) dal 3 all’11 luglio.
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Nell’attesa di incontrare Luca Crovi a ortona, riproponiamo la nostra recensione a Il libro segreo di Jules Verne
Questo è un divertissement o meglio una storia narrata e illustrata con cura e dovizia di uno strano volume. E perché se ne scrive? Chiederete voi. Beh, perché il volume in questione e oggetto di tutta la narrazione è diventato introvabile, insomma padroni di non crederci, ma invece possiamo addirittura giurare che sia vera verità. Insomma questo strano volume si è misteriosamente volatilizzato. Prima c’era, poi più nulla. Possibile? Eh sì, anche se le descrizioni a riguardo lo danno come molto grosso, pesante, rilegato in pelle e tutto pieno di misteriose pagine bianche.
Pagine, si dice, pronte a trasformarsi in cornice per fatti, parole, racconti, complicate invenzioni. Era là in giro sempre pronto a reinventarsi pareva, ma poi invece da un momento all’altro pouf, sparito. Perduto, rubato o buttato via per sbaglio?
Ma chi può dimostrare che questo libro esista o sia veramente esistito? Il fatto sta che c’è chi giura di averlo visto, addirittura di averlo toccato con mano. E poi se ne parla, se ne discute, si fanno infinite ipotesi ma non ci sono vere prove che questo libro di questa fiabesca quasi magica storia ci sia mai stato. Ma il guaio è dal momento che se ne sono perse definitivamente le tracce e la sua scomparsa è diventata ufficiale, insomma denunciata , non è stato più ritrovato.
Sappiate tuttavia che mai vi capitasse di farlo, gli autori del romanzo sarebbero felici di saperlo. Insomma per cui in parole povere premuratevi di informali prima possibile e preferibilmente subito.
Un libro fantastico? Beh, sicuramente diverso e soprattutto con la prerogativa di far creare storie e inventare immaginifiche irrealtà. Bastava la sua presenza infatti per far scaturire idee, consentire di inanellare trame. Un libro segreto suggeriva fantastiche avventure destinate a cambiare il suo destino. E perché poi lo chiamiamo Il libro segreto di Jules Verne se, come si arguisce, prima e dopo essere appartenuto al grande e osannato scrittore francese prima di lui e dopo di lui passò o rocambolescamente pervenne in mano d’ altri? E fu un libro al quale addirittura si attribuisce la dote di aver ispirato a tanti autori le loro migliori opere. Un libro che ci ha spinto ad approfondire l’argomento con questa nuova e stuzzicante edizione. Edizione resa possibile solo in virtù dell’eccellente memoria visiva e della straordinaria capacità di duplicazione dell’illustre Professor Bianchessi che ha giurato di averlo avuto in sua mano.
Ma a riprova della plausibilità delle teorie propugnate ecco una preziosa serie di precise testimonianze in merito. Il documento che ci ha permesso di cominciare a ricostruire a ritroso tutta la corposa catena letteraria collegabile al Libro segreto di Jules Verne fu ritrovato su una spiaggia di Vailima nelle Isole Samoa. Era chiuso in una bottiglia…
Ma per poterlo fare davvero, come nel gioco dell’Oca, dobbiamo tornare all’inizio. Sappiamo per certo che Allan Poe studiò davvero in una scuola inglese simile a quella da lui descritta nel primo racconto con regole da galera. Il seguito del romanzo Le avventure di Gordon Pym, che Poe non riuscì a completare prima della morte, fu creato e pubblicato da Jules Verne nel 1897 col titolo La sfinge dei ghiacci.
A undici anni Jules Verne, innamorato della cuginetta Caroline e deciso a regalarle una collana di coralli, fuggì di casa imbarcandosi come mozzo su una nave diretta nelle Indie; il padre magistrato lo ritrovò immediatamente a Paimbœuf e lo fece subito sbarcare. Le sue avventure da ragazzo per fiume e per mare sono in una serie di appunti ancor oggi custoditi nel museo di Nantes a lui dedicato.
L’incontro di Edmondo De Amicis con un anziano Jules Verne, allora sindaco e nella sua casa di Amiens, figura nelle pagine della rivista «Nuova Antologia» del novembre del 1896.
Alexandre Dumas figlio fu grande amico di Jules Verne e con l’avallo di suo padre appoggiò la sua carriera di autore teatrale al Théâtre Historique di Parigi.
Nellie Bly, incoraggiata dall’editore Pulitzer che l’aveva sostenuta nella carriera di giornalista d’inchiesta, compì davvero il giro del mondo immaginato da Jules Verne, portandolo a termine in appena settantadue giorni, addirittura otto meno di Phileas Fogg. Lungo il percorso accettò di incontrare Verne ad Amiens pur sapendo che la deviazione rischiava di far allungare il suo viaggio mettendo in pericolo l’impresa. L’incontro ci fu e Nellie Blay lo inserì puntualmente nel suo reportage Around the world in 72 days.
Nel 1997 il professor Vito Costantini ha ritrovato quattro pagine firmate Carlo Lorenzini in data 21 ottobre 1890, dentro a una copia dell’Enciclopedia illustrata di Palmiro Premoli del 1898. Quelle quattro pagine potrebbero rappresentare l’incipit delle nuove avventure di Pinocchio… E tuttora si discute se siano vere o false.
Nel 1907 Emilio Salgari, grande ammiratore di Verne, pubblicò con Bemporad il suo Le meraviglie del duemila. Libro che presenta diverse affinità con Parigi nel XX secolo di Verne, bocciato nel 1863 dall’editore Hetzel, perché giudicato troppo pessimistico e pubblicato postumo solo nel 1994. Secondo il professor Bianchessi Salgari non poteva conoscere l’inedito di Verne, forse era venuto in possesso del suo libro segreto?
Ma per tornare alle Isole Samoa, da dove siamo partiti Robert Louis Stevenson visse fra
il 1888 e il 1894 a Vailima e pubblicò nel 1890 il racconto Il diavolo nella bottiglia. Tra i suoi saggi letterari più interessanti ce n’è uno dedicato a Edgar Allan Poe. Senza dimenticare poi che tra le persone in costante contatto epistolare con Stevenson ci furono Arthur Conan Doyle, Henry James e James Barrie…
Certo se si potesse ritrovare Il libro segreto di Jules Verne… Lauta ricompensa offresi!