Il luogo più oscuro



daniel judson
Il luogo più oscuro
fanucci
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È l’acqua la vera protagonista del libro, fonte di vita che nelle mani dell’autore si trasforma in uno strumento di paura, tortura e morte. È nell’acqua gelida delle baie di Long Island che il serial killer fa ritrovare i corpi delle sue giovani vittime che non presentano mai segni di colluttazione, traumi o altro da far pensare ad una morte violenta. Per questo tutti pensano a degli incidenti o suicidi, finché il killer non decide di accelerare i tempi e un investigatore privato inizia ad indagare, scoprendo che le morti apparentemente scollegate sono in realtà il frutto di un piano criminale ben congegnato. E’ bravissimo Judson a tessere la sua tela di personaggi, a prenderti per mano e guidarti nell’universo di disperazione e autolesionismo dell’alcolista prof. Kane, a farti apprezzare l’anti eroe romantico che non desidera altro se non lasciarsi andare, incasinandosi la vita con sonore sbronze e relazioni improbabili, pur di non pensare al dolore causato dalla morte dell’unico figlio annegato 4 anni prima. E’ da questo modo di vivere decadente che l’amico Mercer cerca in tutti i modi di tirarlo furi.
Ma quando la polizia inizia ad indagare, troppi indizi portano a Kane, il quale si trova suo malgrado coinvolto in una storia di annegamenti, incidenti e suicidi che continuano a ricordargli la tragedia personale e a spingerlo sempre più giù nell’abisso. Un abisso ghiacciato fatto di panico, impotenza, dolore e acqua che rischiano di portarlo all’autodistruzione. Ma con un susseguirsi di colpi di scena con pestaggi, combattimenti corpo a corpo e patti col diavolo, il finale è tutt’altro che scontato.

andrea zannini

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