Il mio racconto di una terra difficile da capire. Intervista a Piera Carlomagno – Nero lucano


Piera Carlomagno, in libreria con Nero Lucano, Solferino, ha cortesemente accettato di rispondere a qualche nostra domanda
Qual è stata la scintilla, l’idea dalla quale è partito questo libro?
L’idea era quella di ambientare un noir in Basilicata, una terra di piccoli paesi e di grandi silenzi, spesso metafora di spopolamento e di abbandono, che fosse uno scenario suggestivo e inquietante, e un contesto sociale importante. Volevo legare l’idea di ricerca, intesa come indagine, a un territorio impervio, ma sorprendente, e alle scabrosità dell’anima. 

Quanto hai regalato di tuo a Viola, il tuo affascinante personaggio di multiforme ingegno, stimata anatomopatologa, minuziosa allo spasimo nel suo lavoro ma che forse si crogiola e incoraggia la sua seconda (o prima?) natura di strega?  
Viola non si crogiola, ma combatte l’idea che gli altri hanno di lei. E’ una donna di scienza, che indaga secondo i metodi più moderni; oltre che anatomopatologa forense, è una specialista della scena del crimine e consulente di molte procure. Però ha una nonna lamentatrice funebre e dunque una consuetudine con la morte spirituale oltre che con la morte fisica. Questo le ha dato la fama di strega, ma non ha alcun potere soprannaturale, solo empatia e voglia di scoprire le storie, cioè i motivi delle morti violente. A lei ho dato il mio senso di libertà, la certezza di essere fuori dagli schemi di una società ancora troppo dominata dal pensiero borghese.

In un mondo ancora profondamente maschilista come quello di Nero Lucano quali armi dovranno avere in mano le donne per cambiare le cose?  
Ecco, è in questo senso che le donne del Sud sono le streghe della tradizione, come Viola. Spaventano l’altro se seguono il proprio istinto. Dentro si portano dolore estremo, un eccesso di sensi di colpa, chiusura, ma conoscono la fatica, sanno sopportare pesi incredibili sulla testa, come gli asini dico in un passaggio forte del romanzo, sono pronte a tirare fuori il portafoglio ogni volta che occorre, sono decisioniste senza farlo notare. E troppo spesso vivono all’ombra dei loro uomini, anche se questa subalternità è solo di facciata. Le donne del Sud mostrano alle altre quanto cammino c’è ancora da fare.

In Nero Lucano domina a conti fatti il Dio Denaro. Secondo protagonista e forse antagonista della tua storia. Ritieni possibile spezzare la catena di omertosa complicità locale?
Qui non si tratta di omertosa complicità locale. C’è invece una società ancora cristallizzata sulla rilevanza sociale di chi possiede un nome, ma soprattutto ricchezza. In Basilicata questo tipo di dominio è ancora un po’ intrecciato alla magia. Ecco il vero senso del magico in questo romanzo. Che altro c’è dietro la capacità dei notabili di esercitare il potere sugli altri, se non la base della magia lucana, ossia la fascinazione, una condizione psichica di impedimento e di inibizione?


Ambientazione molto azzeccata e convincente ma ora domanda d’obbligo e che ormai ti avranno fatto tutti perché la Lucania?
Perché è la mia terra d’origine, i miei genitori sono lucani, tutta la mia famiglia è lucana, lo è la mia cultura, la mia anima. Sono nata e ho vissuto in Campania, ma sentivo forte il bisogno di raccontare questa terra che è semisconosciuta ed è un’isola circondata da terra, difficile da capire e difficile da penetrare.

L’ambiente incide sul modo di raccontare la storia? Se sì, in che modo?
Molto, ho cambiato stile, ritmo della scrittura. Le mie precedenti storie napoletane erano molto diverse. La Basilicata è una terra bellissima e dura, che si mostra per passione e si nasconde per diffidenza, bisogna raccontarne i silenzi, il suono lontano dei passi, la dignità dei volti.

Se Nero Lucano fosse un sentimento, quale sarebbe?
L’inquietudine.

Cos’è il Noir per te? 
E’ il mistero, ciò che è difficile da conoscere e da vedere. Nei romanzi il contesto territoriale e sociale e ciò che nasconde ai propri abitanti, ma anche l’abisso dell’animo umano, le corde che si muovono senza che noi riusciamo a controllarle.

Vita movimentata la tua, molto interessante e piena. Altra domanda d’obbligo il tuo Festival di Salerno?
Il SalerNoir Festival le notti di Barliario giunge, a luglio, alla settima edizione. L’Associazione Porto delle Nebbie è sostenuta dalla Fondazione Carisal e dal Comune di Salerno, non abbiamo tanto, ma puntiamo sulla qualità e la cura. Non è facile; quest’anno, dopo questo terribile periodo, speriamo comunque in una bella risposta da parte del pubblico. Noi ci saremo, con autori e libri. Sulla pagina Facebook di Porto delle Nebbie sarà annunciato il programma, magari è l’occasione per una vacanza a Salerno e in Costiera Amalfitana o in Cilento.

E altra domanda d’obbligo. Ti confesso che mi ha divertito molto mentre cercavo su Google il tuo libro scoprire che Nero lucano è il nome di una “quotatissima” razza suina autoctona. Nel tuo libro si citano a ragione le delizie della cucina lucana, quali prodotti suggeriresti ai tuoi lettori?
E’ vero, non sarà facile sconfiggere la presenza del “maiale nero” sui motori di ricerca. Questa sarà la grande sfida.
Quanto ai prodotti da suggerire ai lettori, direi quelli che cito nel romanzo, dunque non resta che leggerlo.

MilanoNera ringrazia Piera Carlomagno per la disponibilità.

Piera Carlomagno sarà ospite di Non solo Giallo di sera a Ortona, il festival letterario con la direzione di Romano De Marco che si svolgerà in presenza a Ortona (Ch) dal 3 all’11 luglio.
Tutte le info e il programma qui

Numero unico prenotazioni per partecipare agli eventi
373 3444333

Patrizia Debicke

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