Un delinquente morto nel rogo di un magazzino lungo il Tamigi e un presunto complice ritenuto responsabile del suo omicidio. Per la polizia il caso si presenta lineare e praticamente risolto e chiuso in partenza. Ma quando una ragazza arriva davanti alla sua scrivania, alla disperata ricerca di un avvocato per difendere pro bono l’imputato, – un giovane mezzo delinquente tale Rob Adwell, con un passato di reati minori che appartiene a una banda rivale del porto fluviale londinese – , il venticinquenne avvocato Daniel Pitt laureato a Cambridge e ai suoi primi passi presso il Fford Croft&Gibson prestigioso studio legale di Londra, dopo aver sollecitato l’appoggio dello studio e sentito le forze dell’ordine e il potenziale cliente, pian piano si convince della sua innocenza. Adwell accusato di omicidio e di aver appiccato l’incendio per nascondere il corpo del rivale, potrebbe essere stato incastrato. Ma tutti gli elementi di prova, ohimè, sembrano giocare a suo sfavore. Tanto per cominciare, il giovane proclama la propria innocenza appellandosi a circostanze accidentali avvenute durante un tentativo di furto. Ma il fatto appare difficile da sostenere. La vittima infatti, un portuale, Paddy Jakson, non è rimasta soffocata dal fumo e bruciata dell’incendio, ma secondo il medico legale ha avuto prima il cranio e più precisamente la fossa cranica posteriore, spaccata da un colpo fortissimo sferrato con un tubo metallico o forse con una mazza.
Ciò nondimeno Pitt, che è determinato a scavare a fondo nella faccenda, approfondendo ogni possibile implicazione, arriverà a spingersi oltre le sue aspettative…
Terzo legal thriller ambientato nel 1910 della serie scritta da Anne Perry con Daniel Pitt come protagonista – figlio di Thomas Pitt capo della sicurezza nazionale inglese – , che si avvarrà della essenziale consulenza della chimica e dottoressa laureata in medicina legale, Myriam Fford Croft unica figlia di Marcus Fford Croft, avvocato e titolare del studio per cui lavora.
Con in mano tutti gli estremi del caso, Myriam Fford Croft, vincendo la sua ritrosia dovuta a spiacevoli ricordi legati ai suoi passati rapporti con la persona del suo ex professore andrà a sollecitare un parere ed eventualmente una testimonianza di Sir Barnabas Saltram, colui che è considerato il massimo esperto in scienza forense per casi analoghi.
L’unico modo infatti in cui Pitt può riuscire a far assolvere Rob Adwell dall’ imputazione di omicidio è la testimonianza di un esperto che dimostri come il cranio del defunto non sia stato spaccato da una persona, ma frantumato dall’eccesso di calore . Solo un esperto accademico, tra i massimi nel suo campo, sugli effetti degli incendi come lui può fare quell’affermazione in tribunale e farla giudicare credibile. É il famoso Sir Barnabas Saltram , che ha costruita tutta la sua straordinaria carriera forense, convincendo altre giurie della stessa possibilità. Potrebbe quindi avere successo anche questa volta.
Fatto sta che quando Sir Barnabas testimonierà, la sua parola parrà legge e la giuria assolverà rapidamente Robert Adwell, regalando a Daniel Pitt e allo studio Fford Croft&Gibson un’insperata ed eclatante vittoria in aula.
Ma quando pochi mesi dopo avverrà un altro incendio nella zona portuale, provocando la morte di Robert Adwell con le stesse modalità del caso precedente e per il quale verrà accusata la sua ragazza Jessie Beale, il metodo difensivo che ha funzionato bene in precedenza, ovverosia la testimonianza di Sir Barnabas Saltram, dovrebbe servire ancora. Ma questa volta Daniel Pitt ha capito che la ragazza è colpevole e ha voluto solo riutilizzare con indubbia astuzia ed efferata crudeltà un sistema ormai ben collaudato per uccidere e uscirne impunemente. Bisogna trovare il modo per metterla all’angolo. Esiste qualcuno in grado di confutare almeno in parte, il verbo del luminare? Cosa potrà fare Daniel Pitt per riuscire a ribaltare la situazione, dare una diversa svolta al processo e ottenere la condanna della Beale?
Insomma se quelle due morti, quella di Jackson e quella di Adwell, in realtà sono state degli omicidi, quale potrebbe essere l’indizio essenziale su cui puntare?
Nel 1910 tutto al mondo stava cambiando ma Daniel non intendeva tirarsi indietro, anzi voleva approfittare di ogni vantaggio concessogli dalla “nuova era” come i taxi neri prontamente disponibili, benché circolassero ancora per strada le carrozze trainate dai cavalli. A lui adesso però interessavano soprattutto la medicina legale e i loro metodi per scoprire i crimini e poi dimostrarli in tribunale. La sua fiducia nel nascente campo della medicina legale rappresenta il vero fulcro della trama. Pitt scoprirà infatti che una prova credibile al punto di influenzare una giuria è solo nelle mani del perito. Solo lui infatti ha a disposizione le armi per rigirare una situazione, tanto da portare la giuria lontano o vicino alla verità.
Assalire e confutare in qualche modo la reputazione di Saltram, che risale addirittura a ben vent’anni prima, parrebbe difficile, quasi impossibile come combattere contro i mulini a vento. Ma è l’unica cosa che Daniel Pitt può fare, per assicurarsi che giustizia sia fatta.
Nel 1910 lo studio e l’applicazione delle scienze forensi erano ancora agli inizi e riservate a pochi massimi esperti di fama internazionale, quali la dottoressa Evelyn Hall che operava in Olanda, paese all’avanguardia nell’apertura mentale, dove le sue capacità professionali, ampiamente riconosciute, anche se donna, le avevano fatto ottenere una cattedra di grande prestigio internazionale. Riuscirà la dottoressa Hall a mettere in dubbio alcune conclusioni di Sir Barnabas?
Non importa come e il relativo costo morale da pagare perché se il ragionamento usato da Saltram nel caso in esame oggi si dimostrasse falso, molti altri casi da lui trattati in passato potrebbero essere passibili di revisione.
Errore fatale – Anne Perry
Patrizia Debicke