Il professore di desiderio

Questo libro me l’ha consigliato un’amica. Le sono grato, è stato un ottimo suggerimento. È la storia di una vita. Della vita di David Kepesh, professore di letteratura. Vista e narrata da un punto di vista erotico, sessuale. Da quella che viene chiamata l’Età dell’Esplorazione a quella del Totale Abbandono, fino alla combattuta ed inquieta “stabilità di coppia”. Le donne di David, prima di quest’ultima, sono tante. Alcune, però, assai significative, tanto da segnare la sua vita in modo irreversibile.

Il protagonista si scopre adulatore cronico della bellezza fisica femminile. Il suo approccio al sesso, alla carnalità, è disinibito, sincero, aperto. Forse troppo, per i costumi sociali di allora (e di adesso). Si fa portatore del motto di Byron, ovvero “studioso di giorno, dissoluto di notte”. E continua ad applicarlo anche quando, da studente, diventa insegnante. L’erotica sfrenatezza di David non conosce limiti, complice l’inguaribile tormento verso le donne. Come lui stesso afferma: “Da sempre mi lascio sopraffare dalla bellezza fisica delle donne…” Niente di più vero.

Le identità femminili che entrano per sempre nella vita di David sono tra loro complementari, a volte antitetiche, spesso in forte conflitto. Brigitta rappresenta la totale disinibizione, l’impulsività in carne ed ossa. Elisabeth, sua amica, il buonsenso e l’amore inconfessato. Helen, bella e affascinante, nonché sua moglie per un certo periodo, l’impetuosità, l’irrefrenabilità. Impossibile controllarla, gestirla. Infine, la “brava ragazza”, Claire, simbolo di stabilità e buon senso. Anch’ella bella e dalle curve mozzafiato, offre a David una prospettiva d’unione sana, forte, di famiglia. Questa purezza femminile affascina profondamente David, che però non può sottrarsi all’eterna lotta che ha dentro di sé tra la nobiltà morale e il desiderio lussurioso. Il famoso dilemma del piacere, tanto caro a Roth.

Tradotto da Norman Gobetti, il romanzo è del 1977. Ciò nonostante, ha un’incredibile freschezza di forma e contenuto, che lo rende un libro attuale, moderno. Sempre ironico, ma anche profondo. Senza dubbio bellissimo. La scrittura è stupendamente elegante e raffinata, appartiene quasi ad altri tempi. Da leggere, assolutamente.

emanuele cimatti

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