Prima di Sabbia nera Vanina era a Catania già da un anno e aveva risolto altri casi. Ho pensato di raccontarvene uno.
La fascetta del libro già anticipa che si tratta di un prequel, il racconto di una delle prime indagini del Vicequestore Guarrari a poche settimane dal suo arrivo in città, dopo un periodo a Milano. Immaginate che il mondo di Vanina creato dall’autrice sia in questo libro ancora un appartamento vuoto che piano piano si arreda di amicizie, simpatie, antipatie, costruendo piano piano la storia che verrà. Proprio come la casa di Santo Stefano, ancora piena di scatoloni da aprire. Sì, proprio quella dove sappiamo vivrà stabilmente accanto all’adorabile vicina Bettina che già la colma di premure e cibo. Si è appena fatta un nuovo amico, il medico legale, Adriano Calì, con cui condivide la passione per i vecchi film italiani in bianco e nero.
Una sera, mentre è in coda in auto, inizia a stilare l’elenco delle “catanesate”, ha una nuova squadra con cui deve ancora costruire il rapporto di fiducia e i rapporti con la famiglia di origine sono ancora tesi e radi. Nella città che la ospita, Vanina si sente straniera, nel suo cuore fatica a rimarginarsi la profonda ferita che la fa allontanare da tutto ciò che ama e a completare la situazione contribuisce non poco il ricordo di Paolo e di Palermo che è più doloroso che mai.
Il primo caso che le si presenta pare piuttosto semplice rispetto a quelli a cui è abituata: in vari gelati acquistati in negozi della stessa catena, alcuni clienti hanno ritrovato delle pillole. Poi però ci scappa il morto e le cose, ovviamente si complicano. Soprattutto perché, pur occupandosi di delitti comuni, la pista mafiosa è sempre da tenere in considerazione, anche se si tratta di una possibilità che vorrebbe escludere e dalla quale vorrebbe tenersi il più lontana possibile.
Un romanzo breve che conferma il talento dell’autrice nella costruzione delle trame. Una storia per nulla banale, con molti fili rossi da seguire e una soluzione difficile da prevedere. La scrittura è scorrevole, leggera; l’uso di frasi in dialetto dona colore e familiarità ai personaggi, tutti ben tratteggiati nella loro personalità e di cui conosciamo i futuri sviluppi. Ne manca ancora uno della squadra che amiamo, ma si intravede alla fine dirigersi verso la sua vecchia Panda dopo avere dato informazioni importanti a Spanò…
Leggere Il re del gelato è come sbirciare dietro le quinte di un teatro e vedere cosa succede prima dell’inizio dello spettacolo. E Cristina Cassar Scalia, che non ha mai dato una descrizione fisica di Vanina, qui si lascia scappare che ha i capelli dritti come spaghetti…