Il re della neve



kerry greenwood
Il re della neve
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Phryne Fisher “capelli perfettamente neri e perfettamente lisci” che formano “un caschetto elegante e lucente”, fisico snello e attraente, “eleganza seducente” ed una innata spericolatezza è la detective letteraria più famosa d’Australia. Creata dall’eclettica avvocatessa-scrittrice Kerry Greenwood, è già protagonista di sedici romanzi ambientati nella Melbourne degli anni Venti e tradotti in tutto il mondo. “Il re della neve” è il primo romanzo della serie. Phryne è una giovane australiana che lascia Melbourne per un’aspettata eredità di parenti inglesi e si trasferisce col padre nell’aristocratica Londra, dopo un’infanzia di stenti e privazioni. Durante una cena in cui dà prova del suo intuito investigativo viene “ingaggiata” per occuparsi della presunta e strana malattia che sembra aver colpito la figlia di un importante colonnello. La donna in questione vive col marito a Melbourne e Prhryne accetta l’incarico e ritorna nella terra natìa dove “cercherà di essere una perfetta detective in gonnella”. Phryne, che deve il suo insolito nome ad un errore ad una sbornia del padre e invece di chiamarsi come la ninfa Psiche prende il nome di una famosa cortigiana di Tebe, in un certo senso incarna lo spirito ribelle e anticonformista della sua omonima. Sbarcata a Melbourne, in compagnia della sua amica, la dottoressa scozzese Elisabeth MacMillan, una delle poche e combattive donne medico, Phryne si fa subito notare per eleganza, disinvoltura, intraprendenza e per l’indipendenza, insolita per una donna di quei tempi e soprattutto in Australia. Phryne si inserisce negli ambienti dei ricchi di Melbourne e riesce a individuare e diventare amica della giovane Lydia. Dalla lussuosa suite dell’hotel Windsor, aiutata dalla cameriera Dot, Phryne prepara il suo piano per risolvere quello che sembra un caso di avvelenamento. Intanto a quelle indagini si intersecano altri due casi delicati e pericolosi  che riguardano il mondo degli aborti clandestini e dello spaccio di cocaina. “Melbourne era una città moderna: quasi interamente fornita di impianti fognari, d’acqua e in alcune zone anche d’illuminazione, oltre ad un servizio di trasporto pubblico con tram e treni” ma non mancano le zone  povere in cui delinquenza e prostituzione convivono con la miseria e la fame. Phryne  conosce anche quei luoghi sin dall’infanzia e nonostante la sua nuova vita e gli abiti eleganti non si tira indietro quando per proseguire le indagini deve mescolarsi con la gente di strada  o travestirsi da prostituta. La sua perspicacia e prontezza in ogni situazione ne fanno una detective attenta che bada ai particolari ma che ama anche rischiare ed è pronta a difendersi con un coltello o con la rivoltella. Le piste seguite da Phryne immergono il lettore nella realtà storico sociale  australiana e denunciano i dislivelli sociali e la condizione femminile in ambito lavorativo. Non mancano neppure i sentimenti o i coinvolgimenti amorosi, Phryne è una donna emancipata e moderna, ha “un debole per gli uomini giovani e attraenti”ma non è ancora pronta a innamorarsi o a sposarsi. Il suo fascino non passa inosservato e colpisce anche l’ispettore di polizia Robinson che, nonostante la riluttanza ed il pregiudizio iniziali, deve riconoscere le doti investigative di Phryne ed il suo valido e fondamentale aiuto per la soluzione dei casi.

cristina marra

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