Per districarci, cominciamo dai punti fermi nel tempo:
1. 339: Città di Tartaruga Corazzata (odierna san Bartolo Guatemala)
2. 1518: Inizio spedizione di Hernan Cortes. 1570: Stesura del testamento/diario di Fra Carlos testimone e partecipante a detta spedizione, che affiderà il suo tesoro segreto a un discepolo…
3. 1611: prima visita di Galileo Galilei alla Badia di San Salvatore a Vaiano. 1635: seconda visita. 1641: Galileo muore, ma non senza aver fatto pervenire indizi misteriosi a un suo creditore, certo Papini, a suo dire per ripagarlo.
4. 1731: Vivaldi va a Monopoli ospite di Frate Pierre da Avignone. Gran Balì del Sovrano militare Ordine di Malta e riceve l’incarico di trascrivere la musica della melodia di un antico carillon. Ne fa nascostamente una copia che sfortunatamente perderà .
5. 2007: La copia viene ritrovata per caso da uno strano quartetto di specialisti di musica antica che varie ragioni sentimental logiche hanno portato ad eleggere domicilio a Salsomaggiore.
Ritrovamento che, volenti o nolenti, li imprigionerà in un intrigo internazional-mafioso, condito da una spy story fantascientifica, in una caccia al tesoro inventata dal sommo Galileo stesso, attraverso la Toscana e l’Emilia con tranelli fatti da mosse di scacchi e indovinelli vari, fino alla incredibile soluzione finale.
Intreccio che poteva essere interessante, intrigante, magari stimolare il lettore, ma è implacabilmente appesantito dall’eccessiva, se pur dotta e colta cornice storica. Immagino non sia facile dopo settimane, magari mesi di ricerca, far figurare solo il 10% massimo il 15% di quanto si è raccolto faticosamente sull’epopea di un periodo importantissimo della conquista messicana ma, se si intende scrivere un thriller e non un saggio storico, bisogna avere il coraggio di tenere da parte ciò che mette fuori strada, rallenta la narrazione e riportarlo, magari alla fine, tra le note come ricostruzione dettagliata dell’epoca.