IL SAPORE DEL SANGUE



DEON MEYER
IL SAPORE DEL SANGUE
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Ottimo romanzo, ben strutturato. Una ricerca di indizi contro il tempo in cui Deon Meyer sa trasmettere perfettamente al lettore l’ansia per lo scorrere del tempo che prova l’investigatore privato Zatopek van Heerden mentre smobilita tutte le sue conoscenze per risolvere il caso. I personaggi sono descritti minuziosamente, ma non puntando sul lato fisico, ma bensì su quello emotivo e mentale. Il lettore riesce a figurarseli tranquillamente nella propria mente attraverso le loro azioni, il loro comportamento e le loro emozioni. Unico personaggio di Il sapore del sangue a cui viene dato più rilievo con una descrizione più approfondita è proprio il protagonista, Zatopek van Heerden, del quale ci si trova a vivere stralci del suo passato raccontati in prima persona. Questi flash back vengono inseriti come capitoli separati e intervallati tra i capitoli della storia, trasportando in questo modo il lettore avanti e indietro nel tempo a ogni capitolo. I luoghi sono ben descritti, ma per non annoiare il lettore con lunghe descrizioni solitarie, Deon Meyer li fa descrivere dai suoi personaggi man mano che interagiscono tra di loro nel luogo in questione, dando così poche informazioni di volta in volta che il lettore ricostruirà e unirà procedendo con la lettura. Stesso trucco viene usato per gli indizi, che all’inizio di Il sapore del sangue sembrano sconclusionati e inconcludenti, ma che prendono forma procedendo con la lettura. In questo modo il lettore si sente spronato a indagare insieme a Zatopek, facendo congetture e ipotesi. Elemento essenziale, di cui non c’è mancanza ne Il sapore del sangue, è il colpo di scena che Deon meyer dimostra di saper usare a regola d’arte dosandolo nel giusto quantitativo e posizionandolo nei punti giusti. Altro punto a favore di Il sapore del sangue è il finale imprevedibile che lascia a bocca aperta e con la voglia di complimentarsi personalmente con Zatopek, che a questo punto il lettore ha già iniziato a considerarlo un amico e a chiamarlo Zet, come fa la madre del protagonista. Il sapore del sangue è un ottimo romanzo che ti tiene legato dalla prima all’ultima pagina, sempre con il fiato sospeso in attesa di quella svolta o di quell’indizio in più che possano aiutare a risollevare il caso.

Micol Borzatta

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