Il sogno del calciatore adolescente

Avete presente una dichiarazione d’amore? E avete presente il gioco del calcio? Bene, Il sogno del calciatore adolescente è una dichiarazione d’amore verso il calcio. E Juan Jesús Armas Marcelo ne è il dichiarante.

La passione di un gruppo di ragazzi che vive nell’isola di Gran Canaria tra gli anni Cinquanta e Sessanta è il pallone. E l’unica ragione di vita che guida il loro sogno è arrivare a giocare con la camiseta blanca del Real Madrid. L’isola ha una sua squadra, la Unión Deportiva, ma l’approdo saranno le mitiche merengues. Non ci possono essere dubbi. Lo sognano con troppa intensità per non diventare reale. Perché il Cholas calcia come Di Stefano, il narratore non ha niente da invidiare a Gento e Pancho Gómez può scaldare il pubblico del Bernabeu come Puskas.

Nessuno sa raccontare il calcio come gli scrittori di lingua spagnola. Soprattutto i sudamericani. Armas Marcelo è spagnolo di Las Palmas, ma scrive con lo stesso sentire di Osvaldo Soriano ed Eduardo Galeano. O dell’amico e maestro Mario Vargas Llosa. Nelle sue pagine è come se il realismo magico dell’intero Cono Sur trovasse sponda nelle arterie del quotidiano di questo gruppetto di giovanissimi le cui vite rimbalzano libere all’interno di una vera e propria patologia allucinata. O durano il fiato di un tiro dagli undici metri (il racconto di un calcio di rigore di Pancho Gómez diventa di suo un compiuto romanzo nel romanzo).

E dentro al loro destino disegnato a priori, si dispiega il canovaccio dell’autore su questo sport. Guai a perdere l’estetica del calcio, mai comprimerne la genialità applicata. Tolte le finte di corpo e i zig zag fulminanti avremo solo taglialegna con gli scarpini bullonati. E gli stadi vuoti. Oggi gli eroi assomigliano a sagome fredde computerizzate, ma quando la pancia era vuota, sai le partite da ricordare fino in punto di morte?

Per quei ragazzi le cose non sono andate proprio come pensavano. Ma ha davvero qualche importanza? A sognare si è innocenti, come cantava Tom Waits. Oppure semplicemente i migliori. Perché soltanto gli eletti sanno che sognando la realtà prende corpo. Ma bisogna sognarla proprio tanto. E appunto con tanto amore.

corrado ori tanzi

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