Inseparabili



alessandro piperno
Inseparabili
mondadori
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Non ci voleva una strega per capire che avrebbe vinto lui. Con la seconda parte di un dittico succeduto a “Persecuzione”, Piperno si è aggiudicato sul fotofinish e non senza polemiche uno dei premi più ambiti in Italia. E’ stato un duello all’ultima scheda e alla fine, con soli due voti di vantaggio, è stato lui a bere dal sacro Graal del liquore beneventino del Premio Strega, giunto alla sua 66esima edizione. “Inseparabili” era il favorito fin dalla vigilia. E gli auspici hanno dato ragione alle previsioni. Tanto che lo scrittore romano ha riportato in casa Mondadori il più ambito riconoscimento letterario italiano, fondato nel 1947 da Guido Alberti e Maria Bellonci, andato negli anni ad autori come Flaiano, Moravia, Eco, Pavese, Gadda e la Morante. Cosa dire che non sia già stato detto? Qualcosa per distanziarsi dalle querelle e dalle polemiche da pianerottolo proprie di ogni premio editoriale? C’è chi ha definito Inseparabili, un romanzetto. Tutta invidia, mi verrebbe da dire. Io metterei la firma per scrivere come Piperno. E metterei la firma per trovare in circolazione testi con la sua raffinatezza dialettica. Ogni parola è soppesata. Non importa se si tratti di una festa kosher o di un rapporto orale. Il modo in cui lo scrittore mescola le parole giocando sulla sonorità delle stesse è commovente. Chi sono gli Inseparabili? Sono i due fratelli protagonisti della saga che come gli agapornis, specie particolare di pappagallini simbiotici, muoiono quando vengono separati. C’è Filippo, il maggiore. Il ribelle che sceglie come compagna una soubrettina consacrata da Boncompagni e cerca la sua strada nei fumetti. E poi c’è Semi, perfetto, con un lavoro da globetrotter fidanzato da una vita con una ragazza che non ama, sofferente di impotenza e succube della madre. Anche se i veri Inseparabili restano i protagonisti del primo fumetto di Filippo. Due pappagalli con la tuta da supereroi, la cui forza è data dalla loro unione. Il romanzo trasuda malinconia, raccoglie sorrisi agrodolci, pur restando a tratti claustrofobico. Sembra di sentire la polvere della cantina in cui il padre Leo Pontecorvo, noto oncologo infantile, si è rifugiato per scappare dagli sguardi altrui. Tutta colpa delle accuse di una ragazzina dalla mente perversa, incapace di reagire alla vergogna. La storia, quella del padre, appartiene a Persecuzione, primo romanzo del dittico, uscito nel 2010. In Inseparabili seguiamo la vita dei fratelli Filippo e Samuel Pontecorvo, ragazzi a cui è stata rubata l’infanzia e oggi adulti agli opposti di un mondo comunque feroce, nevrotico, ossessivo e in cui, a vincere, sembra essere il caso. Piperno è abilissimo nel descrivere la famiglia come un luogo agli antipodi della sicurezza ed è altrettanto abile a mostrarci come nella vita il destino sia spesso deciso dalla casualità.

bea buozzi

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