Io sono lo straniero



Giuliano Pasini
Io sono lo straniero
mondadori
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Il secondo romanzo di Pasini, che vede come protagonista il commissario Roberto Serra, è riuscito a farmi dimenticare la mia iniziale diffidenza di fronte a un altro commissario (del noir italiano) in grado di sentire i morti. Lo so, sono una rompiscatole e ogni piccolo dubbio di scopiazzatura mi fa arricciare il naso. Ma sbagliavo, mi sono ricreduta e lo scrivo. Serra con le sue fragilità può piacerti o non piacerti, puoi considerarlo vero o di pura fantasia, ma è un interessante personaggio a sé. Il suo sviscerato amore per la cucina e la musica, me l’aveva già reso simpatico. Stavolta poi si è avvicinato alla conoscenza del vino… Tutto in salita! Ma quello che mi convince di più è che in qualche modo stia imparando ad accettare la sua diversità, la sua condanna e a conviverci senza subirla. Nella seconda avventura del commissario Serra, l’enogastronomico protagonista tarato dalla “danza”, cambia solo lo scenario: Le Case Rosse e l’Appennino tosco- emiliano sono state sostituite dal ricco Nord- Est, Treviso e Termine, un borghetto, poche case tra le vigne, sulle colline del Prosecco. Tanto di cappello a Giuliano Pasini che sa proporre con abilità, tra le pieghe di un thriller noir duro e crudo, l’umanità e la grande civiltà della provincia, veneta in questo caso, ma la stessa provincia che possiamo ritrovare in qualunque altro paese vicino o lontano. I piccoli centri sono gli stessi ovunque, rigogliosi microcosmi estremamente vitali, governati spesso, cosa che non avviene nelle grandi città, dai mutevoli ritmi delle stagioni, ma veri, reali e diretti, sia nel bene che nel male. La sua è diventata un’esistenza apaticamente tranquilla, scandita solo dal ciclo vitale dell’uva: dormienza, pianto, allegazione, invaiatura e giusto grado di maturazione, rischiarata da Alice, unico insicuro lumicino, appesa a nuove piccole sicurezze, Alvise lo chef, Susana la puta liberata. Ma un giorno l’incubo del passato ritorna e ha il volto di Francesca, di una strana ragazza drogata, uno scricciolo umano tutta pelle e ossa. Lei sa chi è veramente Roberto Serra. Conosce il suo passato, la squadra speciale… Roma. Sa che è un bravo poliziotto e vuole che ritrovi la sua amica straniera scomparsa, Elèna Zvereva, l’irregolare venuta dalla Bielorussia all’epoca di Chernobyl, che solo Francesca sta cercando. Roberto vorrebbe tirarsi indietro, ma la ragazza riesce a coinvolgerlo perché lui è un diverso, uno straniero. E solo uno straniero che arriva in un sistema chiuso di cui non fa parte e riesce ad avere una visione indipendente, distaccata, non condizionata dalle dinamiche interne. La scomparsa di Elèna scoperchierà un calderone infernale. Prima di lei infatti c’è stata una serie di sparizioni misteriose: tutte ragazze giovani e straniere. Irregolari e quindi inesistenti per la procura, per la polizia e per la gente. E poi c’è il misterioso e terribile ritrovamento fatto da un pescatore del corpicino di un neonato morto nel Terzo lago di Revine… Non basta! Roberto Serra dovrà affrontare un’indagine che lo porterà a sondare le acque nere dei laghi che si celano tra i vigneti, a scoprire che orrendi errori del passato possono dilatarsi fino al presente e colpire, a tuffarsi dolorosamente negli abissi più aberranti della mente umana. Perché nella zona si nasconde un mostro, un serial feroce, con in mente un piano perverso e folle, nato moltissimi anni prima in menti altrettanto perverse e folli, che vuole stravolgere la vita e dominare il mondo. Bisogna fermare il male a ogni costo.

patrizia debicke

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