La fine del tempo – Guido Maria Brera



Guido Maria Brera
La fine del tempo
La nave di Teseo,
Compralo su Compralo su Amazon

Dopo il successo italiano e internazionale del romanzo I Diavoli Guido Brera ritorna con un thriller nella notte dell’economia digitale pubblicando La fine del tempo (La nave di Teseo, pagine 161).
Brera – brillante esperto di finanza, scrittore e ora anche sceneggiatore – va, come di consueto, controcorrente in tutte le sue attività e manifestazioni di pensiero e culturali. La fine del tempo, da lui definito uno spin off de I diavoli, è un romanzo che, con la struttura e il ritmo del thriller, ci racconta, in forma ampiamente autobiografica, i complessi meccanismi della finanza internazionale e della geopolitica e le dinamiche di questi ultimi anni.
Thriller, romanzo autobiografico che affonda nell’antropologia e nella sociopolitica, manuale alternativo di economia finanziaria, saggio filosofico? Decida liberamente il lettore alla fine dell’avvincente lettura del romanzo.
In breve la trama.
Philip Wade è uno stimato professore di Storia contemporanea al Birkbeck College di Londra, ma in passato ha vissuto molte vite e in una di queste ha lavorato per una grande banca d’affari della City in qualità di analista, chiamato a prevedere le tendenze economiche, politiche e sociali su cui indirizzare gli investimenti.
Colpito da una forma di amnesia, Philip non riesce più a trattenere alcun ricordo recente: la cosa grave è che nei buchi della sua memoria scompare anche il saggio che stava scrivendo e di cui non c’è più traccia.
Brera usa, in maniera brillante e accattivante, la metafora della memoria come identità, della parte di sé che si perde quando il ricordo delle cose e degli avvenimenti si offusca, divento liquido e, infine, scorre via inarrestabilmente.
Con il ritmo di un giallo, La fine del tempo narra l’indagine di un uomo nell’abisso della propria mente, intorno al mistero di un libro rivoluzionario e perduto che avrebbe, nelle intenzioni dell’autore, raccontarci le recenti dinamiche e darci una soluzione per salvarci.
Scoperta dopo scoperta, mentre l’Europa si infiamma sotto il montare della marea populista, Philip Wade ricompone il mosaico del suo libro, che potrebbe mettere in discussione il dominio delle grandi lobbyes che governano l’economia mondiale e che hanno fondato la loro ascesa inarrestabile sull’eliminazione della principale variabile del gioco finanziario – il tempo – condannando così il nostro pianeta a vivere un eterno presente, quando tutto è possibile per i nuovi padroni del vapore, i signori del silicio, l’aristocrazia delle app.
Il romanzo racconta del QE, il diluvio di cartamoneta stampata e pompato nelle asfittiche arterie del sistema capitalismo dopo la crisi del 2008 e per far fronte ad errori commessi in tempi lontani e alla (perdurante) assenza di scelte politiche. E racconta di come la tecnocrazia finanziaria abbia ormai preso il sopravvento e condiziona le nostre scelte di ogni giorno.
La “scoperta” di Wade ha a che fare con il fluire del tempo e con il ritmo delle cose e della vita; lui ricorda solo questo particolare del suo scritto e sa che tutto a che fare con il paradosso di Zenone e sull’immobilismo del tempo.
Wade cercherà di rintracciare il suo manoscritto e, soprattutto, il suo ragionamento logico; agirà “come un agente segreto in un romanzo di John Le Carrè ma (sapendo o intuendo) che la soluzione dell’enigma non è nascosta intorno a sé, bensì sepolta sul fondo di una coscienza balbettante”.
Da ultimo una personale notazione va al fatto che Brera dedica il suo libro (e tutto ciò che ivi si narra) ad un grande economista italiano, Federico Caffè, antifascista e intellettuale poliedrico, il primo ad avere – negli anni ’80 – intuito e presagito lo strapotere dell’alta finanza, e misteriosamente scomparso nel 1987 dopo avere denunciato le gravi storture che il sistema ormai evidenziava; un affettuoso ricordo di un maestro per quanti, come il sottoscritto, lo hanno letto e studiato con passione e ne hanno condiviso il pensiero.

Giovanni Marcì

Potrebbero interessarti anche...