Il grande nord è il protagonista indiscusso di La montagna rossa, il recente libro di Olivier Truc, reporter francese da 20 anni corrispondente da Stoccolma per i quotidiani francesi.
Come nei romanzi precedenti L’ultimo lappone e Lo stretto del Lupo, anche ne La montagna rossa Truc torna a parlare della Lapponia e dei suoi abitanti, facendoci avventurare in un mondo complesso e ancora sconosciuto ai più e introducendoci alla vita e alle tradizioni dei Sami, quelli che noi chiamiamo erroneamente lapponi. Una regione dove l’economia moderna basata sulla silvicoltura e il disboscamento su larga scala si scontra con la tradizione Sami dell’allevamento di renne. Alle dispute sul territorio si collega anche la complessa questione del riconoscimento dei Sami come minoranza indigena e al loro eventuale diritto di pascolo derivato dal diritto consuetudinario.
La vicenda narrata ne La montagna rossa prende l’avvio dal ritrovamento di alcune ossa umane durante l’annuale macello delle renne. Quei resti potrebbero rivelarsi essenziali per il riconoscimento dei loro diritti sulla terra se si riuscisse a dimostrare che quella tomba è un’antica sepoltura Sami, ma manca il teschio, l’unica cosa che potrebbe determinarne la vera origine. E proprio intorno alla ricerca di questo teschio si snoda il romanzo, che tra tribunali e mercato nero di reperti, tra lunghe ricerche nella tundra a spaccati di vita nel profondo nord, punta l’indice su un antico conflitto etnico che pare non avere soluzione.
Quello che Truc racconta ne La montagna rossa è un nord di cui ancora oggi si parla poco. In Svezia i Sami vengono da sempre discriminati e in passato sono stati oggetto di studi di eugenetica e vittime di pulizia razziale. Una popolazione che fatica a mantenere le proprie usanze, divisa tra modernità e tradizione, dicotomia che si riflette bene in uno dei due protagonisti che appaiono sempre nei libri di Truc, un Sami che ha scelto di entrare in polizia invece di dedicarsi alla pastorizia.
La montagna rossa regala anche molte curiosità sulla vita nelle distese del nord della Scandinavia come l’esistenza della polizia delle renne e di un drive-in bingo.
Un libro profondo e intenso che dimostra ancora una volta come i romanzi possano essere un ottimo strumento di divulgazione e di conoscenza, meno pesanti dei saggi e più complessi e articolati di un semplice pezzo su un giornale.
La montagna rossa
Cristina Aicardi