Le lacrime di Medusa – Gard Sveen



Gard Sveen
Le lacrime di Medusa
Marsilio
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Le lacrime di Medusa – Gard Sveen

Ci sono episodi nella vita che segnano nel profondo. Visioni che determinano un punto di non ritorno. Dopo, niente sarà più come prima. E l’immagine che tanto ci ha sconvolti tornerà puntuale a materializzarsi, sotto forma di ossessione.

È quanto accaduto nel lontano 1988 a Tommy Bergmann, il protagonista de Le lacrime di Medusa (Marsilio, 2022), quando al suo arrivo nella polizia di Oslo ha assistito al ritrovamento del cadavere orrendamente mutilato della quindicenne Kristiane Thorstensen.

Sono trascorsi sedici anni, da allora. Bergmann nel frattempo è diventato ispettore, però non ha mai dimenticato. E quando viene ritrovato il corpo di una giovane prostituta, in un inverno rigido e nevoso, lui vede subito delle similitudini con la morte di Kristiane. 

Peccato però che l’insegante accusato di quell’omicidio si trovi rinchiuso in un ospedale giudiziario. Non può di certo avere commesso lui il recente misfatto. L’opinione pubblica crea così un polverone. Che all’epoca sia stato incriminato l’uomo sbagliato? 

Anche la madre della giovane Kristiane ne è convinta, seppure non intenda pronunciarsi per non svelare antichi segreti. 

Inizia una lunga indagine, caratterizzata da tanta azione e considerazioni che spaziano nel mondo della mitologia. Medusa, figura mitologica greca il cui sguardo aveva la facoltà di pietrificare, presenta una buona chiave di lettura. La vicenda diventa una sorta di viaggio nella follia e nelle sue molte sfaccettature, dove lapalissiano è lo studio delle motivazioni che inducono una persona a compiere un atto delittuoso. Un criterio che ci divide in prede e predatori.

La trama è affollata di personaggi, così come di dinamiche. I sospettati sono numerosi: difficile è trovare il bandolo della matassa. Lo stesso Bergmann ha un oscuro passato, ancora tutto da indagare. Come la sua collega Susanne, che lo affianca nell’indagine, è una madre single che si divide tra un lavoro difficile e la figlioletta Mathea, da proteggere.

Le lacrime di Medusa è un romanzo che tiene alta la tensione, dall’inizio alla fine. Secondo episodio con protagonista Tommy Bergmann, è stato scritto dopo L’ultimo pellegrino, l’opera del 2018 con la quale Gard Sveen, che vive non lontano da Oslo ed è consulente al ministero della Difesa norvegese, ha vinto due premi prestigiosi. Il Glass Key e il Riverton Prize, massimi riconoscimenti scandinavi per la letteratura poliziesca, “doppietta” prima di lui realizzata soltanto da Jo Nesbo.

Un romanzo consigliato a chi ama i gialli scandinavi, dove l’ambiente è chiuso, il clima rigido e c’è buio anche di giorno. L’autore ha sapientemente nutrito un senso di precarietà, nonché la sensazione di “procedere a tentoni”, attraverso una scarsa comunicazione fra gli addetti alle indagini. Ognuno è solo ed agisce per sé, per cui è in costante pericolo. 

Il sogno, o meglio, l’incubo, ricorre spesso fra le pagine, quasi che i personaggi possano essere meglio compresi nella loro dimensione onirica.

Libro autoconclusivo, ma dal finale aperto che fa pensare a un ritorno, può essere letto indipendentemente dal primo. Un valore aggiunto è la traduzione di Giovanna Paterniti, che ha saputo rendere fluida la prosa. 

Se un thriller mette inquietudine, com’è capitato a me con questa lettura, l’autore ha fatto sicuramente un buon lavoro. 

Cristina Biolcati

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