La montagna rossa – Olivier Truc



Olivier Truc
La montagna rossa
Marsilio
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Olivier Truc, corrispondente di Le Monde a Stoccolma dal 1994, racconta in questo suo terzo nordico romanzo poliziesco la lotta intrapresa dai Sami (o lapponi, nome nel quale non si riconoscono ma che li distingue in Europa), cittadini considerati di serie B in Svezia, ancora dediti stagionalmente all’allevamento delle renne, per conservare i propri diritti sul territorio. I Sami svedesi infatti, una minoranza di circa 20.000 persone, sottoposti a discriminazioni razziali e in passato in molti casi a sterilizzazione forzata – provocata dall’aberrazione dell’utopia eugenetica del welfare svedese che, con il programma socialdemocratico di sterilizzazione, aborto e castrazione dal 1934 è arrivato: udite udite, ohimè fino al 1975 – si battono da sempre per i propri diritti, minacciati oggi anche dall’industria del legname e dallo sfruttamento delle risorse minerarie. Perché i Sami non vogliono essere considerati solo un elemento di folklore per i turisti o peggio un popolo senza passato, né futuro, emarginato e condannato all’estinzione.

L’inverno è alle porte tra i pascoli di renne all’ombra della Montagna rossa, nella Lapponia svedese, la provincia più a nord della nazione. Sotto una pioggia che scende incessante da giorni e immersi nel fango, gli allevatori del clan Balva devono completare l’annuale abbattimento del bestiame, prima che la tundra si copra di ghiaccio e neve, e contemporaneamente difendere dinanzi alla corte suprema i loro diritti sullo Jämtland, che da centinaia di anni usano come pascolo per le renne contro le pretese dei proprietari dei terreni di tagliare i boschi. La casuale scoperta, nel recinto per la macellazione, di alcune ossa umane costringe il capo del clan Balva, Petrus Eriksson, a contattare la polizia delle renne. Bisogna bloccare tutto e procedere all’identificazione del cadavere. A chi appartenevano quei poveri resti? Se fossero quelli di un sami potrebbero essere la prova di una presenza ancestrale del suo popolo nella regione? Ma allora e soprattutto, a quando risalgono? Il ritrovamento infatti, in grado di rappresentare una antica e tangibile prova della loro presenza nel territorio, va a collegarsi all’annosa contesa in corso alla Corte Suprema a Stoccolma, sulla rivendicazione dei loro diritti legali, come popolo autoctono della regione, nei confronti degli “occupanti” svedesi. Non si tratterà dunque di routine per gli agenti della pattuglia P9, polizia delle renne, Klemet Nango, cinquant’anni circa e sami a metà e Nina Nansen, giovane e bella norvese puro sangue, che abbiamo già conosciuti nei due precedenti romanzi nordici di Olivier Truc . L’indagine tocca tutta a loro e i primi risultati della scientifica evidenzieranno che le ossa, maschili, risalgono al diciassettesimo secolo, ma nonostante le accurate ricerche in zona non si trova il cranio, indispensabile per confermare l’etnia. L’inchiesta dei due poliziotti si trasforma in una corsa contro l’orologio. La Corte Suprema concede loro solo un breve lasso di tempo per rintracciare il cranio mancante nelle collezioni di teschi (sissignori è vero: pubbliche e private) che esistono in musei della Svezia ma anche in Francia e in Russia. Gli esperti del tribunale si scontrano come due pugili sull’arena in un gioco pericoloso. L’antiquario Vestling nasconde la verità, aiutato dalle collaboratrici che schiavizza. I due poliziotti si barcamenano faticosamente, senza la sicurezza dell’appoggio degli allevatori che devono far fronte ai loro problemi. Poi, come se non bastasse, lui, Klemet Nango è diviso tra contrastanti sentimenti ed è alla ricerca della sua vera identità mentre lei, Nina Nansen, deve superare un difficile rapporto con suo padre che sta invecchiando. Ciò nondimeno tocca a loro il compito di indagare, scavando negli archivi di storici e antropologi e nelle collezioni di antiquari e musei, per chiarire i contorti meandri di una storia di odio e sopraffazione che la Svezia vorrebbe cancellare. Tra misuratori di crani e predatori senza scrupoli di vestigia aborigene, rilassanti massaggiatrici thailandesi e strane giocatrici di bingo, ai piedi di rosse montagne incantate e sui sentieri di gelide foreste infinite, la pattuglia P9 della polizia delle renne dovrà trovare la verità. Una verità difficile e complessa perché riporta a un passato in cui si celano misteriosi retroscena e lontane colpe da scoprire. Rifacendosi a quel nebuloso passato della Svezia e dei paesi scandinavi durante la seconda guerra mondiale, che ci rimanda ad altri romanzi sullo stesso tema (vedi: La luna è tramontata di Steinbeck, Sotto la città di Arnaldur Indridason, Il ritorno del maestro di danza di Henning Mankell), Olivier Truc ci mostra l’ignota complessità della Scandinavia, molto lontana dalle nostre semplicistiche interpretazioni. I Vichinghi non erano e non sono angeli e le leggi eugenetiche del XX secolo, portate avanti anche dopo il nazismo, fanno ancora rabbrividire e spiegano tante cose sulle letali conseguenze del nazionalismo. Un libro diverso, colto, intelligente per un thriller avvincente, certo in cui il cadavere è vecchio più di duecento anni ma soprattutto un irrinunciabile viaggio in una terra ghiacciata e selvaggia. Truc apre al lettore una finestra sul mondo degli allevatori di renne per fargli di assorbire le splendide descrizioni di in uno scenario, scandito dalle ore di luce: giorno notte, di un autunno di pioggia, con la neve e il cattivo tempo alle porte e lo immerge nei segreti della natura quando costringe Petrus, capo del clan Balva, a sondare passo su passo il territorio, per poter decifrare nel paesaggio le tracce di suoi antenati. Con La Montagna rossa Olivier Truc ci ha regalato la sua terza avventura della polizia delle renne in Scandinavia. Sarà l’ultima? O invece dove ci porterà con la prossima?

Il 6 febbraio di ogni anni, i paesi nordici (Norvegia, Svezia e Finlandia) festeggiano il Sami National Day (Samenationaldagen). Questa celebrazione risale al 1993 per ricordare il primo congresso nazionale Sami del 6 febbraio che si tenne nel 1917 a Trondheim (Norvegia).

Patrizia Debicke

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